mercoledì 17 febbraio 2010
Mercoledì 17 febbraio 1954
TELEVISIONE
17,30 DOCUMENTARIO PER RAGAZZI
17,45 RAGAZZI IN GAMBA
con Serafino e il Professore
18,15 ENTRA DALLA COMUNE
Rassegna degli spettacoli della settimana
20,45 TELEGIORNALE
21,00 ROSSO E NERO
Edizione speciale televisiva con la partecipazione dell'orchestra diretta da Pippo Barzizza
Presentano Flora Lillo e Corrado
21,45 SQUADRA MOBILE
Il fabbricante di imbrogli
Telefilm - Regia di James Tinling
Produzione H. Roach jr e C. Case
22,15 DIBATTITO SU UN ARGOMENTO D'ATTUALITA'
22,45 REPLICA TELEGIORNALE
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Questa volta vi proponiamo un palinsesto, stringato come d'uso ai tempi, risalente agli esordi della TV italiana. Siamo infatti al quarantaseiesimo giorno di programmazione ufficiale, anche se (a beneficio degli storiografi e studiosi del mezzo televisivo nel nostro Paese), molte trasmissioni in onda in quelle prime settimane del 1954 hanno visto la luce in pieno 1953, ossia nel corso della cosiddetta fase sperimentale, per proseguire brillantemente dopo quel 3 gennaio '54 che (bisogna sottolinearlo) è una data convenzionale atta a suggellare la regolarità di un servizio televisivo già abbastanza ben delineato nel corso dei mesi precedenti. Spesso si dimentica degli esperimenti risalenti addirittura al 1939, ma interrotti per l'incalzare degli eventi bellici; non si fa cenno delle prove di televisione effettuate a Torino a partire dall'11 settembre 1949. Il primo TG è datato 9 settembre 1952 e viene trasmesso da Milano. Ad ogni modo, quel 17 febbraio del '54 vanno in onda telefilm, notiziari, programmi già collaudati da mesi (come Serafino e il Professore, appuntamento per i ragazzi diretto da Romolo Siena e con una presentatrice esordiente, una ragazza triestina laureanda in Scienze Biologiche di nome Bianca Maria Piccinino, destinata ad un futuro di telegiornalista di moda dopo essere passata attraverso la collaborazione con Angelo Lombardi, l'Amico degli animali), ma c'è soprattutto una curiosità degna di nota, un'apposita trasposizione televisiva del maggior successo radiofonico di quegli anni, Rosso e nero. Si tratta di un panorama di varietà che viene diffuso da Radio Roma ogni venerdì sera e che vede alternarsi al microfono praticamente il meglio dello spettacolo italiano del dopoguerra, soprattutto attori brillanti. Compaiono tra gli altri il Cavaliere Tino Scotti, l'umbro Alberto Talegalli con il suo famoso personaggio del Sor Clemente , un Nino Manfredi alle prime armi, Sophia Loren, ancora giovanissima, ed un già affermato (almeno radiofonicamente parlando) Alberto Sordi, ma le rivelazioni sono sicuramente due: c'è Enrico Luzi, il quale si lega a vita al personaggio dello scocciatore del crick (giovanotto romano che chiede insistentemente ad ogni persona in cui s'imbatte: Chedè, ce l'ha Lei er cricche ?), e soprattutto Corrado Mantoni, allora fondamentalmente annunciatore e lettore dei radiogiornali, ma comunque già spigliato presentatore (dopo Oplà, sua prima esperienza in questa veste in sostituzione di Mario Riva, impegnato altrove, è proprio Rosso e nero a segnarne la meritata consacrazione). Anzi, è in quel periodo che la gestione burocratica di RadioRAI introduce, dietro richiesta dello stesso Corrado, la categoria dei presentatori. Lasciamo che sia direttamente Mantoni a spiegare la faccenda, prendendo a prestito un brano tratto da ...e non finisce qui , il suo testamento biografico raccolto dal giornalista Piero Magi e pubblicato da Mondadori nei primi mesi del 1999 (Corrado si spegnerà nel giugno di quell'anno). Le pagine da cui traiamo questo passo sono la 51 e la 52:
Domanda di Magi: A me pare strano che da una parte tu presentassi il "Rosso e nero" e contemporaneamente leggessi il "Giornale Radio".
Risposta di Corrado: Era strano davvero. Voglio dire che, dalla stessa voce, il pubblico ascoltava cose divertenti e fatti spesso tragici, una rubrica di giochi e un notiziario giornalistico. Erano due programmi secondo me inconciliabili. Allora chiesi se potevo passare nella categoria "presentatori" da quella degli "annunciatori". E sai che cosa venni a sapere? Che la grande RAI non prevedeva in organico la categoria "presentatori". Mancava proprio la mansione. Nunzio Filogamo e Silvio Gigli, che facevano i presentatori, erano in realtà iscritti fra i "registi". Quindi, come presentatore, non c'era nessuno.
Fu allora che, con disinvoltura tipicamente italiana, mi fu spedita una lettera in cui mi si diceva che io passavo dalle mansioni di annunciatore a quelle di presentatore. Era stata inventata una categoria, nuova di zecca. Ed era stata inventata per me.
Questo cambio rivoluzionò il mio personale rapporto con l'azienda. Cioè smisi di firmare l'ingresso una volta al giorno, di avere un orario fisso e di timbrare il cartellino in entrata e in uscita.
Ma i miei cartellini erano famosi. Credo che fossero unici. Fecero impazzire il direttore del personale, il quale pretendeva che si timbrasse a ogni uscita, anche se si andava semplicemente a prendere un caffè al bar di fronte. E voleva che si timbrasse di nuovo al rientro. Siccome io avevo lunghi intervalli fra una trasmissione e l'altra, mi allontanavo spesso per ingannare i tempi morti. Di conseguenza continuavo a timbrare. Un giorno il direttore mi mandò a chiamare e i disse: "Senta Mantoni, nel Suo cartellino non si capisce un'acca". E io, con serietà: "Direttore, io sto rispettando i regolamenti dell'azienda".
Il direttore rimase qualche minuto in silenzio, raddrizzò una cartella che stava di traverso, allineò due penne e un lapis, chiuse un cassetto rimasto aperto e, alla fine, disse: "Allora va bene. Non rispetti più i regolamenti, si limiti a timbrare la prima entrata e l'ultima uscita: tanto se Lei manca a una trasmissione, ce ne accorgiamo subito ".
E così diventai presentatore: nuovo e unico.
Le serate speciali dello show radiofonico adattato ad uso e consumo delle decine di migliaia di famiglie che già dispongono di un apparecchio televisivo sono il primissimo approccio di Corrado con quelle telecamere che poi sigleranno il percorso del definitivo successo del conduttore romano. Se la regia radiofonica è di Riccardo Mantoni, fratello maggiore, quella televisiva è gestita da un milanese che, dopo alcune scorribande nel mondo del varietà, si specializzerà negli sceneggiati, soprattutto gialli, thrillers e mystery: Daniele D'Anza. Naturalmente la struttura dello spettacolo viene vivacizzata maggiormente: Corrado viene affiancato nella conduzione da Flora Lillo, ragazza affascinante che avrà un certo successo in teatro (sia drammatico che di rivista) ed al cinema, salvo poi perdere letteralmente la testa per Mike Bongiorno. Inoltre i personaggi fissi dell'appuntamento radiofonico del venerdì sera hanno l'opportunità di cimentarsi in sketches basati di più sulla mimica che non sulle battute. Per Corrado è un incontro con la TV che non ha un seguito: lo si vedrà ancora nel '57, a fianco di Sylva Koscina, in una Passerella di Primo Applauso, finchè nel 1960, in occasione di uno spettacolo dedicato alla radio ed ai suoi protagonisti, Vecchi amici, da più parti non si chiederà un suo regolare impiego sul piccolo schermo. La RAI accontenta tutti e lancia subito il presentatore romano in video con Controcanale,cui segue L'amico del giaguaro: il resto, inutile dirlo, è storia.
Per oggi ci congediamo da voi, ma saremo di nuovo qui domani con altri ricordi radiotelevisivi di (speriamo) grande interesse.
Buon proseguimento di giornata !
CBNeas
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