TELEVISIONE
14,25 RIPRESA DIRETTA DI UN INCONTRO DI CALCIO
17,30 MURAGLIE
Film - Regia di James Parrott
Distribuzione italiana: Variety Film
Interpreti: Stan Laurel, Oliver Hardy
20,30 TELEGIORNALE
Direttore Vittorio Veltroni
In studio Riccardo Paladini
21,00 LASCIA O RADDOPPIA ?
Programma di quiz presentato da Mike Bongiorno
Realizzazione di Romolo Siena
21,45 PROGRAMMA MUSICALE
con Van Wood e il suo quartetto
Realizzazione di Lyda C. Ripandelli
22,15 RASSEGNA TALIA
Prima rassegna TV dei Gruppi d'Arte Drammatica dell' ENAL, a cura di Enzo Trapani
Dal Teatro delle Muse in Roma
Lello Bersani presenta per le Marche il GAD "Il dramma" di Ancona con
LA GIARA
Un atto di Luigi Pirandello
Con Aldo Buatti, Lirio Arena, Mario Di Cicco
Regia teatrale di Lirio Arena
Ripresa televisiva di Lino Procacci
Al termine:
REPLICA TELEGIORNALE
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A differenza del mondo giornalistico (non solo radio e TV), tra le annunciatrici televisive non c'è stato quasi mai un certo nepotismo... o comunque, quando la prole o il parentado di una "Signorina Buonasera" ha espresso figure degne di emergere nel contesto televisivo o dello spettacolo in generale, si è quasi sempre trattato di elementi destinati a sperimentare ben altro rispetto a quanto svolto dall'illustre mamma o zia. D'altronde, ricordiamo solo tre casi degni di rilievo: le coetanee Barbara Modesti, figlia di Gabriella Farinon, divenuta telegiornalista RAI, e Giulia Boschi, figlia di Aba Cercato, inizialmente attrice di cinema e teatro ma che poi ha cambiato completamente mestiere, occupandosi di sinologia e medicina tradizionale cinese, e Maria Teresa Ruta, nipote di... Maria Teresa Ruta.
E' proprio la zia (sorella del padre: fratelli torinesi figli di siciliani emigrati in Piemonte) del futuro "sorriso che non conosce confini" l'annunciatrice televisiva che abbiamo scelto quale apripista del palinsesto che qui vi presentiamo, quello del 21 gennaio 1956. Ovviamente, Maria Teresa Ruta I trasmette dagli studi di via Montebello in Torino, non lontano dalla Mole Antonelliana, e il suo compito non è solo quello di augurare la buonasera e la buonanotte oltre che di illustrare i vari blocchi di programmi in onda, ma anche di condurre trasmissioni come Guardiamo insieme, per i ragazzi, o eventi di grandissimo rilievo, come il Festival di Sanremo, a fianco ora del giornalista Armando Pizzo, ora dell'attore veneto Fausto Tommei.
In famiglia pare che il nome Maria Teresa porti bene in un contesto artistico... ne sa qualcosa la nipote, che proprio pochissimi giorni fa, il 16 gennaio 2014, intervenendo alla trasmissione di RAI Sport 1 Dedicato a... 60 anni di sport in TV (programma rievocativo condotto dal giornalista mantovano Auro Bulbarelli, con la partecipazione anche dell'amico Pino Frìsoli, indiscutibile esperto della storia degli avvenimenti agonistici attraverso il piccolo schermo - come provano i due libri sull'argomento da lui scritti in questi ultimi anni - della regista Luciana D'Asnasch Veschi e di due grandissimi commentatori sportivi della radio e della televisione: un altro amico nostro e del "Focolare", il caro Massimo De Luca, e un maestro della telecronaca calcistica, frutto anche di un passato in veste di stopper a livelli assai elevati, il mitico Bruno Pizzul), ha svelato i motivi di quella che, parafrasando il titolo di un lavoro di Oscar Wilde, si può definire "l'importanza di chiamarsi Maria Teresa":
Un altro frammento tratto da questo recentissimo programma celebrativo ci introduce ufficialmente al palinsesto, solo apparentemente scarno, di quel lontano sabato di gennaio:
Avete sentito nel dettagliato ricordo di Pino Frìsoli come, durante la stagione calcistica 1955-'56, sia stato sperimentato l'anticipo calcistico al sabato dettato da necessità televisive e comunque atto ad abbracciare alternativamente tutti i tornei di divisione nazionale. Quel pomeriggio, salvo errore, dovrebbe essere stato trasmesso, in diretta dallo Stadio dei Fiori di Valdagno, l'incontro di serie B tra il Marzotto e il Como, conclusosi con uno scialbo risultato a occhiali, punto esterno comunque prezioso per i lariani, i quali provano a giocarsela per un pronto ritorno in serie A... ma purtroppo bisognerà aspettare ben vent'anni per il lieto giorno...
Il pomeriggio prosegue con un film davvero per tutti: va infatti in onda quello che, nel 1931, fu il primo lungometraggio girato da Stan Laurel e Oliver Hardy, Pardon us (o Jaybirds nella versione destinata alla Gran Bretagna: i crediti della copia che vedrete più avanti sono appunto quelli UK), lavoro parodistico che in origine serviva per sfruttare le scenografie di un precedente, serissimo film d'argomento carcerario, The big house. In italiano, come ben si sa, la pellicola in questione s'intitola Muraglie, ma non tutti sanno che, essendo l'arte del doppiaggio agli inizi, i due grandi comici furono all'epoca costretti a girare, per le nazioni non anglofone, anche una versione italiana (andata presto perduta), accanto a quelle in francese, tedesco e spagnolo. Quest'ultima era la lingua straniera che Laurel e Hardy conoscevano meglio, mentre per l'italiano, espressione a loro ignota, essi fecero ricorso alla cosiddetta "edizione fonetica", creando essi stessi il proverbiale effetto comico delle parole sdrucciole pronunciate in forma piana, destinato a fare la fortuna dei loro grandissimi doppiatori, a cominciare dalla coppia Mauro Zambuto - Alberto Sordi, che fra poco qui ascolterete. C'è inoltre da sottolineare una riflessione a margine da parte di Stan Laurel, il quale, oltre a far ridere con le sue trovate, era anche un esperto di tecnica cinematografica e spesso e volentieri si occupava direttamente del montaggio dei propri film, riflessione nella quale viene sottolineata una maggiore aderenza della coppia comica ai corti (sia muti che sonori) che non ai film atti a constare di almeno sei rulli.
Prima di divertirci tutti insieme rivedendo Muraglie, diamo per un attimo la parola a Stefano Germanetti, cultore dell'arte di Stanlio e Ollio che voi del Focolare avete apprezzato in tanti facendo del post da lui curato e dedicato a I figli del deserto (http://ilfocolare-radiotv.blogspot.it/2010/07/mercoledi-14-luglio-1976.html ) il più seguito in assoluto in questi quattro anni che finora abbiamo trascorso insieme, con ben 4221 contatti. Ecco dunque una breve presentazione che il nostro amico biellese ha preparato anche per invitarvi alla proiezione di questo film:
“ Cosa ?! E rinuncereste
- a quell’ottimo tacchino ripieno di maiale
- alle cipolle arrostite
- alle patate dolci cucinate nel burro
- alla grande teglia di biscotti caldi
- alla torta di fragole coperta di panna montata col Pan di Spagna imbevuto di liquore e in cima quelle bellissime ciliegie candite...
Naturalmente il tutto seguito
- da una grossa fetta di melone in ghiaccio
- da un cognacchino per digerire
E infine
- un profumato sigaro... ? “
Un modo forse atipico per una guardia carceraria di convincere due detenuti ad evitare lo sciopero della fame. Eppure, nel film “Muraglie”, i signori Laurel e Hardy sembrano abboccare a quel tranello, con la stessa disinvoltura con la quale si erano dimenticati di vivere nell’epoca del Proibizionismo e si erano dedicati alla distillazione della birra. Motivo per il quale si trovavano a scontare la pena in carcere.
Eppure ancora una volta viene confermato quello che è il ruolo storico di questi due personaggi, di questa coppia, forse la più azzeccata nel mondo del Cinema. Una coppia che si imbatte nelle situazioni più disparate, senza molte chance per venirne fuori ma che alla fine riesce a uscirne grazie ad una forma di “casuale genialità”.
In questo film troviamo un volto noto per gli appassionati di questi film e questa volta copre il ruolo del Tigre, ovvero il capo del clan dei carcerati facinorosi, che studiano nei dettagli i possibili metodi per fuggire e fare riconquistare la libertà. E questo coinvolgendo tutti i detenuti, tra cui Stanlio e Ollio.
Io non so come sia possibile distribuire diverse armi in segreto sotto i tavoli in sala mensa. Però è quello che è successo alla fine del film. Stanlio e Ollio, presi alla sprovvista, hanno una reazione simile al panico per cui anticipano i lavori e si mettono, involontariamente, a sparare in aria, rovinando in piccola parte l’intenzione del Tigre e di tutti gli altri carcerati. Ma quando il piano sembrava andare comunque per il meglio, ecco partire casualmente altri colpi dalla solita mitragliatrice in possesso dei due protagonisti, provocando quindi l’allontanamento di tutti. Niente da fare: per il Tigre e per lo “sciame” dei suoi complici la fuga è più difficile di com’era sulla carta. Poi gli spari si interrompono. A quel punto il Tigre propone a tutti di scagliarsi contro i due traditori. Ma cosa può succedere? Stanlio e Ollio, sembra involontariamente, fanno partire ancora una serie di mitragliate, facendo battere ancora in ritirata tutto lo “sciame” di antagonisti. L’arma poi non spara più, ma il pericolo svanisce con il pronto arrivo di un altro sciame, questa volta di forze dell’ordine.
Il Direttore del carcere non può che premiare Stanlio e Ollio per la loro grande impresa, senza la quale sarebbe avvenuta una grossa evasione di detenuti e quindi un eventuale grosso danno sociale. In pratica la “casuale genialità”.
Spesso vediamo questi due protagonisti compiere imprese storiche. I telespettatori più affezionati ricorderanno “Gli allegri eroi”: una battaglia vinta grazie alla loro trovata dei favi delle api. Oppure “I due legionari”: la vittoria sul nemico grazie al posizionamento di chiodi sul terreno. E magari altre situazioni dove escono vincitori. Per esempio nel cortometraggio “L’eredità”. Sembrerebbe sia ambientato in un sogno fatto da uno dei due. Il maggiordomo e la finta vedova che hanno escogitato una trappola nell’ufficio: tirando su la cornetta del telefono si spengono le luci e si apre una botola. Ne fanno le spese tutti gli ospiti sospettati del delitto in questione, l’Agente di Polizia, il Commissario. Quando arriva il turno di Stanlio e Ollio...sarà casualità ?...loro non ci cascano e capiscono il marchingegno.
In pratica una coppia che raffigura i perdenti sempre vincenti.
Il futuro ha visto la creazione del personaggio di Fantozzi o Fracchia che sia. Interpretava il perdente, ma anche nel suo caso non era sempre così. Anzi, un attento telespettatore dovrebbe invece analizzare profondamente la creazione di un sceneggiatore e notare certe sfumature, che fanno dell’apparente perdente un celato vincente. E magari chissà che anche nella vita di tutti i giorni si abbiano di fronte casi simili, anche se espressi in maniera diversa. Che significato può avere il denaro e l’immagine quando qualcuno ci ride addosso e vanta altre qualità ben più produttive?
Prima di divertirci tutti insieme rivedendo Muraglie, diamo per un attimo la parola a Stefano Germanetti, cultore dell'arte di Stanlio e Ollio che voi del Focolare avete apprezzato in tanti facendo del post da lui curato e dedicato a I figli del deserto (http://ilfocolare-radiotv.blogspot.it/2010/07/mercoledi-14-luglio-1976.html ) il più seguito in assoluto in questi quattro anni che finora abbiamo trascorso insieme, con ben 4221 contatti. Ecco dunque una breve presentazione che il nostro amico biellese ha preparato anche per invitarvi alla proiezione di questo film:
“ Cosa ?! E rinuncereste
- a quell’ottimo tacchino ripieno di maiale
- alle cipolle arrostite
- alle patate dolci cucinate nel burro
- alla grande teglia di biscotti caldi
- alla torta di fragole coperta di panna montata col Pan di Spagna imbevuto di liquore e in cima quelle bellissime ciliegie candite...
Naturalmente il tutto seguito
- da una grossa fetta di melone in ghiaccio
- da un cognacchino per digerire
E infine
- un profumato sigaro... ? “
Un modo forse atipico per una guardia carceraria di convincere due detenuti ad evitare lo sciopero della fame. Eppure, nel film “Muraglie”, i signori Laurel e Hardy sembrano abboccare a quel tranello, con la stessa disinvoltura con la quale si erano dimenticati di vivere nell’epoca del Proibizionismo e si erano dedicati alla distillazione della birra. Motivo per il quale si trovavano a scontare la pena in carcere.
Eppure ancora una volta viene confermato quello che è il ruolo storico di questi due personaggi, di questa coppia, forse la più azzeccata nel mondo del Cinema. Una coppia che si imbatte nelle situazioni più disparate, senza molte chance per venirne fuori ma che alla fine riesce a uscirne grazie ad una forma di “casuale genialità”.
In questo film troviamo un volto noto per gli appassionati di questi film e questa volta copre il ruolo del Tigre, ovvero il capo del clan dei carcerati facinorosi, che studiano nei dettagli i possibili metodi per fuggire e fare riconquistare la libertà. E questo coinvolgendo tutti i detenuti, tra cui Stanlio e Ollio.
Io non so come sia possibile distribuire diverse armi in segreto sotto i tavoli in sala mensa. Però è quello che è successo alla fine del film. Stanlio e Ollio, presi alla sprovvista, hanno una reazione simile al panico per cui anticipano i lavori e si mettono, involontariamente, a sparare in aria, rovinando in piccola parte l’intenzione del Tigre e di tutti gli altri carcerati. Ma quando il piano sembrava andare comunque per il meglio, ecco partire casualmente altri colpi dalla solita mitragliatrice in possesso dei due protagonisti, provocando quindi l’allontanamento di tutti. Niente da fare: per il Tigre e per lo “sciame” dei suoi complici la fuga è più difficile di com’era sulla carta. Poi gli spari si interrompono. A quel punto il Tigre propone a tutti di scagliarsi contro i due traditori. Ma cosa può succedere? Stanlio e Ollio, sembra involontariamente, fanno partire ancora una serie di mitragliate, facendo battere ancora in ritirata tutto lo “sciame” di antagonisti. L’arma poi non spara più, ma il pericolo svanisce con il pronto arrivo di un altro sciame, questa volta di forze dell’ordine.
Il Direttore del carcere non può che premiare Stanlio e Ollio per la loro grande impresa, senza la quale sarebbe avvenuta una grossa evasione di detenuti e quindi un eventuale grosso danno sociale. In pratica la “casuale genialità”.
Spesso vediamo questi due protagonisti compiere imprese storiche. I telespettatori più affezionati ricorderanno “Gli allegri eroi”: una battaglia vinta grazie alla loro trovata dei favi delle api. Oppure “I due legionari”: la vittoria sul nemico grazie al posizionamento di chiodi sul terreno. E magari altre situazioni dove escono vincitori. Per esempio nel cortometraggio “L’eredità”. Sembrerebbe sia ambientato in un sogno fatto da uno dei due. Il maggiordomo e la finta vedova che hanno escogitato una trappola nell’ufficio: tirando su la cornetta del telefono si spengono le luci e si apre una botola. Ne fanno le spese tutti gli ospiti sospettati del delitto in questione, l’Agente di Polizia, il Commissario. Quando arriva il turno di Stanlio e Ollio...sarà casualità ?...loro non ci cascano e capiscono il marchingegno.
In pratica una coppia che raffigura i perdenti sempre vincenti.
Il futuro ha visto la creazione del personaggio di Fantozzi o Fracchia che sia. Interpretava il perdente, ma anche nel suo caso non era sempre così. Anzi, un attento telespettatore dovrebbe invece analizzare profondamente la creazione di un sceneggiatore e notare certe sfumature, che fanno dell’apparente perdente un celato vincente. E magari chissà che anche nella vita di tutti i giorni si abbiano di fronte casi simili, anche se espressi in maniera diversa. Che significato può avere il denaro e l’immagine quando qualcuno ci ride addosso e vanta altre qualità ben più produttive?
Stefano
Germanetti
Dopo aver ringraziato per l'intervento il nostro amico esperto, non ci resta altro che presentarvi il film Muraglie:
Avrete notato e magari apprezzato, in una scena qualche volta ingiustamente tagliata, la brillante esibizione canora di Oliver Hardy (che prima di recitare, effettivamente, faceva parte di un gruppo vocale) alle prese con un motivo assai struggente dal titolo Lazy moon. Col tempo questa canzone ha assunto il rango di vero e proprio classico dei motivi (ri)lanciati dal cinema, tanto che Harry Nilsson, nel 1973, avrà modo di rilanciarla, abbinandola ad As time goes by, che undici anni dopo Muraglie era anch'essa finita in una colonna sonora (quella, ça va sans dire, di Casablanca di Michael Curtiz, con Humphrey Bogart ed Ingrid Bergman). E poichè nei giorni scorsi è caduto il ventennale della morte di Nilsson (scomparso il 15 gennaio 1994), ci sembra giusto rendergli omaggio con la sua versione della più bella canzone tra le non pochissime cantate da Ollio nei vari film da lui interpretati in coppia con Stan Laurel:
La TV degli anni d'oro come non è stata mai narrata
on line ! ! !
E' sabato sera e tutta l'Italia attende l'ottava puntata di Lascia o raddoppia ?, il telequiz presentato da Mike Bongiorno che, dopo il caso Dègoli - controfagotto che ha fatto discutere tutta l'Italia (compreso il territorio da Bari in giù non ancora servito dalla televisione) durante le feste natalizie, ha trovato un nuovo personaggio nel signor Giulio Prezioso di Torino, dottore in Giurisprudenza e funzionario della filiale italiana di un'impresa petrolifera nordamericana, ma soprattutto esperto di Storia Risorgimentale. Per lui sono pronti ben 5 milioni e 120mila lire, che porterà a casa se risponderà esattamente, in caso di raddoppio, a tutte e tre le domande che gli verranno formulate da Mike. Se dovesse andar male, ecco un'automobile che non sarà la 600 vinta da Lando Dègoli, bensì una vettura più costosa e di rilievo, sempre della FIAT, ossia una 1400.
I giornali pubblicano un'indiscrezione in attesa di conferma: a seguito delle proteste dei gestori dei vari cinematografi d'Italia, che nelle ultime settimane hanno registrato flessioni d'incasso al sabato sera per la contemporaneità con il gioco a premi televisivo, la RAI intende presto anticipare Lascia o raddoppia ? al giovedì. Ciò accadrà in febbraio (e noi dell'ultimo sabato con Mike e la valletta Maria Giovannini parlammo già in http://ilfocolare-radiotv.blogspot.it/2010/02/sabato-11-febbraio-1956.html) e sarà la fortuna definitiva non solo della trasmissione in sè, ma anche di tutti i successivi programmi a quiz che Mike Bongiorno avrà modo di ideare nei decenni seguenti (con qualche eccezione).
Ora che l'intero archivio del Radiocorriere è consultabile on line, vi rimandiamo all'apposito sito http://www.radiocorriere.teche.rai.it. ed esattamente al numero 5 del 1956 per leggere, alle pagine 24-25, il resoconto stenografico dei punti più salienti di quella puntata di Lascia o raddoppia ? anche per sopperire all'assenza della registrazione della puntata. Tuttavia vi è una sintesi della sfortunata prova del Dottor Prezioso, un filmato di nemmeno due minuti tratto dal cinegiornale La Settimana Incom... meglio di niente:
Dopo Mike ritroviamo un idolo della musica leggera dell'epoca, attivo sul piccolo schermo sin dal periodo immediatamente precedente il definitivo avvio del servizio televisivo da parte della RAI (ne abbiamo parlato proprio di recente: http://ilfocolare-radiotv.blogspot.it/2013/12/mercoledi-23-dicembre-1953.html). Torna in video, accompagnato dal suo complesso, Peter Van Wood, il quale si esibisce sempre negli studi milanesi in un varietà musicale che farà da preludio alla serie, in onda nelle settimane successive, Chitarra bizzarra. Che sia davvero bizzarra la seicorde elettrica del musicista e cantante olandese lo dimostra soprattutto una canzone di quel periodo, rimasta sostanzialmente la propria sigla personale: Butta la chiave !
In un 45 giri EP (i singoli girano ancora a 78 in quel periodo) uscito prima del Natale da poco trascorso, il Nostro ha inciso una versione personale di un successo mondiale lanciato al Festival di Sanremo 1955, Ci ciù ci (cantava un usignol):
Di questo disco in vinile (allora una confezione ancora "raffinata") con quattro canzoni del Van Wood Quartet ha di recente parlato nel suo blog l'amico musicista torinese Vito Vita, anche in virtù di alcuni autori subalpini che firmarono un paio di pezzi (vedi http://ilnegoziodieuterpe.blogspot.it/2014/01/van-wood.html). Vi facciamo ascoltare un altro estratto dal titolo La mannequin torinese:
Concludiamo il nostro secondo omaggio nel giro di un mese a Van Wood e ai suoi successi con Tre numeri al lotto... e scusate se è poco...
La serata televisiva si chiude con il terzo appuntamento riservato agli spettacoli delle filodrammatiche amatoriali del giro ENAL, ospiti, ciascuna in rappresentanza di una regione italiana, della Rassegna Talia (nell'antichità Talia era la musa della commedia) ideata da Enzo Trapani, non ancora regista televisivo (sovrintende alle riprese Lino Procacci). Quella sera è il turno di una compagnia anconitana che ha allestito La giara di Luigi Pirandello: nel cast, nella particina del mulattiere, figura un certo Mario Di Cicco e può darsi (non ne siamo certi) che si tratti del futuro radiocronista sportivo (scomparso qualche anno fa) della sede RAI di Ancona...
Abbiamo finito: prima, però, vogliamo ricordarvi che sabato prossimo, 25 gennaio 2014, con inizio alle 15,00, presso l'Aula Magna del Liceo Ginnasio "Alessandro Manzoni" di Milano, avrà luogo la premiazione di DJ sotto le stelle, congerie di riconoscimenti destinati alle voci radiofoniche di ieri e di oggi. Ci saranno molti ospiti che avranno l'onore di fregiarsi di tale premio, fra i quali Franco Nisi, Alex Peroni, Max Venegoni, Giancarlo Guardabassi, e poi celeberrimi cantanti come Nicola Di Bari, Tony Santagata, Gerardo Carmine Gargiulo, Claudio Natili dei Romans e Anselmo Genovese. Tra i giurati figurano il grande Gigi Vesigna, direttore di Sorrisi e Canzoni - TV per oltre vent'anni, il regista Pino Callà, il direttore artistico della manifestazione Massimo Emanuelli, professore di scuola, giornalista e conduttore radiofonico, l'imitatore Gianfranco Guarnieri e, come presidente, Maurizio Seymandi, altra firma storica di Sorrisi. Noi contiamo di essere presenti a tale evento come spettatori e ci sentiamo già emozionati del fatto di capitare in mezzo a un "parterre de rois" così ricco.
Vi salutiamo caramente e vi ringraziamo per l'attenzione.
A presto ! ! !
CBNeas
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Una ricostruzione storica tra le più precise della televisione italiana è il
LUNARIO DEI GIORNI DI TELE
di Cesare Borrometi
La TV degli anni d'oro come non è stata mai narrata
Con
il passare degli anni crescono sempre più la nostalgia e l'interesse
per la vecchia TV di qualità: appositi canali digitali, siti Internet
dedicati, pubblicazioni periodiche, tanto nelle edicole quanto nei
negozi specializzati; DVD contenenti, tutte o in parte, storiche
trasmissioni di ieri, libri a carattere storico-rievocativo godono di un
pubblico scelto, appassionato e spesso anche esigente. Eppure c’era una
lacuna da colmare: un almanacco, un lunario che raccogliesse, giorno
per giorno, una vasta gamma di programmi di quel periodo d’oro, dal
varietà allo sceneggiato, dalla pubblicità all’informazione, dalla TV
dei ragazzi al teatro e alla cultura, lo sport e via dicendo. In tutto
366 titoli, uno per ogni giorno dell’anno, scelti in base alla relativa
data di trasmissione (o di inizio serie per i programmi a puntate) o ad
eventi particolari atti a determinarne il successo, e corredati da
schede tecniche, presentazioni e commenti. Questa lacuna viene oggi
colmata da Cesare Borrometi, ideatore di una formula che senz’altro
cambierà il modo di gestire la storiografia sull’argomento: fermo
intendimento dell’autore è di produrre nel tempo ulteriori libri del
genere, fornendo all’appassionato, allo studioso e al curioso un
panorama il più possibile preciso dei giorni, dei mesi e degli anni che
hanno visto sbocciare trasmissioni e personaggi di fama del “piccolo
schermo" da riscoprire e rivalutare.
MEF Firenze Libri - Pagine: 330
Prezzo: Euro 29,00
Se avete già acquistato
Lunario dei giorni di Tele,
dite pure la vostra in
risposta a questo post !
Se non lo avete ancora,
prenotatelo dal vostro
libraio di fiducia (ve lo farà
appositamente arrivare
in pochi giorni) oppure
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attraverso le librerie
on line ! ! !
1 commento:
Salve, sapete se esiste la registrazione della Giara del 1956?
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