POMERIGGIO - SERA
PROGRAMMA NAZIONALE
14,50 INCONTRI CON LA SCIENZA
Eclissi mutue dei satelliti di Giove
Colloquio con Guglielmo Righini
15,00 GIORNALE RADIO
15,10 SORELLA RADIO
Trasmissione per gli infermi
15,45 Dall'Auditorium A di Via Asiago in Roma
Amurri e Verde presentano
GRAN VARIETA'
Spettacolo della domenica con Johnny Dorelli e la partecipazione di Loretta Goggi, Alberto Lupo, Enrico Montesano, Paola Pitagora, Catherine Spaak, Ugo Tognazzi, Ornella Vanoni.
Orchestra diretta da Marcello De Martino
Regia di Federico Sanguigni
(Replica dal Secondo Programma)
- Sette Sere Perugina
Per il Friuli - Venezia Giulia
15,10 FRA GLI AMICI DELLA MUSICA
Trieste
Proposte e incontri di Giulio Viozzi
16,20 RITRATTI IN LETTERATURA
Graziano Comite
A cura di Claudio Martelli
16,40 - 17,00 CORI DELLA REGIONE AL XII CONCORSO INTERNAZIONALE DI CANTO CORALE " C. A. SEGHIZZI" DI GORIZIA
17,00 GIORNALE RADIO
ESTRAZIONI DEL LOTTO
17,10 Incontri con l'autore
a cura di Ruggero Jacobbi
NERO COME UN CANARINO
di Aldo Nicolaj
Compagnia di prosa di Firenze della RAI con Lidia Alfonsi e Mario Feliciani
e con Grazia Radicchi, Mico Cundari, Stefano Satta Flores, Giorgio Gusso
Regia di Ruggero Jacobbi
18,40 ALLEGRAMENTE IN MUSICA
Per il Trentino - Alto Adige
19,15 GAZZETTINO
19,30 - 19,45 MICROFONO SUL TRENTINO
Domani sport
A cura del Giornale Radio
19,30 CRONACHE DEL MEZZOGIORNO
Per il Friuli - Venezia Giulia
19,30 - 20,00 TRASMISSIONI GIORNALISTICHE REGIONALI
Cronache del lavoro e dell'economia nel Friuli - Venezia Giulia - Oggi alla Regione - Gazzettino
Per la Sardegna
19,30 BROGLIACCIO PER LA DOMENICA
19,45 - 20,00 GAZZETTINO SARDO, edizione serale - SABATO SPORT
Per la Sicilia
19,30 - 20,00 IL GAZZETTINO DI SICILIA , 4a edizione
19,51 SUI NOSTRI MERCATI
20,00 GIORNALE RADIO
20,15 ASCOLTA, SI FA SERA
20,20 Appunti per una storia del jazz
JAZZ CONCERTO
L'erede di Buddy Bolden Freddie Keppard ovvero un musicista misconosciuto
21,00 VETRINA DEL DISCO
21,45 POLTRONISSIMA
Controsettimanale dello spettacolo a cura di Mino Doletti
22,25 L'AVANGUARDIA TEATRALE: IL FUTURISMO
Conversazione di Gianluigi Gazzetti
22,30 LETTERE SUL PENTAGRAMMA
a cura di Gina Basso
23,00 GIORNALE RADIO
Al termine:
- I PROGRAMMI DI DOMANI
- BUONANOTTE
Pensieri e massime di fine giornata
SECONDO PROGRAMMA
14,30 TRASMISSIONI REGIONALI
14,50 Calcio - da Roma
Radiocronaca dell'incontro
ITALIA - SVIZZERA
per la fase eliminatoria della Coppa del Mondo
Radiocronista Enrico Ameri
Dalla tribuna stampa Sandro Ciotti
Dagli spogliatoi azzurri Ezio Luzzi
Per il Trentino - Alto Adige
15,00 IL RODODENDRO
Programma di varietà
di Ezio Zermiani
15,30 - 16,30 PROGRAMMA MUSICALE
Per la Sardegna
15,00 COMPLESSO ISOLANO DI MUSICA LEGGERA
15,20 - 16,00 PARLIAMONE PURE
Dialogo con gli ascoltatori
Per la Sicilia
15,05 MUSICHE CARATTERISTICHE SICILIANE
Con G. Scirè e F. Pollarolo
Testi di G. Scirè
15,30 QUALCHE RITMO
16,00 - 16,30 MUSICA INSIEME
17,00 QUINCY JONES E LA SUA ORCHESTRA
17,20 ESTRAZIONI DEL LOTTO
17,25 BOLLETTINO DEL MARE
17,30 SPECIALE GR
Fatti e uomini di cui si parla
Edizione della sera
17,50 PING-PONG
Un programma di Simonetta Gomez
18,05 QUANDO LA GENTE CANTA
Musiche e interpreti del folk italiano presentati da Otello Profazio
18,30 GIORNALE RADIO
18,35 DETTO "INTER NOS"
Personaggi seri e musica leggera
Presenta Marina Como
Realizzazione di Bruno Perna
19,00 LA RADIOLACCIA
Programma di Corrado Martucci e Riccardo Pazzaglia
19,30 RADIOSERA
19,55 LE CANZONI DELLE STELLE
20,10 LUCREZIA BORGIA
Melodramma in un prologo e due atti di Felice Romani
(da Victor Hugo)
Musica di GAETANO DONIZETTI
Con Montserrat Caballè, Alfredo Kraus, Ezio Flagello, Shirley Verrett, Franco Ricciardi, Ferruccio Mazzoli, Fernando Iacopucci, Robert Amis El Hage
Direttore Jonel Perlea
Orchestra d'Opera e Coro della RCA Victor italiana
Maestro del Coro: Nino Antonellini
(Edizione discografica: RCA Red Seal)
Nell'intervallo: SU IL SIPARIO
22,30 GIORNALE RADIO
22,43 DAL V CANALE DELLA FILODIFFUSIONE:
MUSICA LEGGERA
Nell'intervallo (ore 23,00):
BOLLETTINO DEL MARE
24,00 GIORNALE RADIO
0,06 - 5,59 NOTTURNO ITALIANO
TERZO PROGRAMMA
14,20 GUGLIELMO TELL
Melodramma tragico in quattro atti di Victor Joseph Etienne de Jouy, Hippolyte Bis e Armand Marrast (da Friedrich Schiller)
Testo italiano di Calisto Bassi
Musica di GIOACHINO ROSSINI
Con Dietrich Fischer-Dieskau, Gianni Jaia, Giuseppe Modesti, Enrico Campi, Anita Cerquetti.
Direttore Mario Rossi
Orchestra Sinfonica e Coro di Milano della Radiotelevisione Italiana
Maestro del Coro Roberto Benaglio
17,10 LE OPINIONI DEGLI ALTRI
Rassegna della stampa estera
17,20 CRITICA LETTERARIA E INDUSTRIA CULTURALE
Conversazione di Lamberto Pignotti
17,25 GIORGIO FERRARI: IMPROVVISAZIONI PER ORGANO
17,55 PARLIAMO DI DUE INTERVISTE DI JAMES BOOWELL
18,15 CIFRE ALLA MANO
a cura di Ferdinando di Fenizio
18,30 MUSICA LEGGERA
18,45 LA GRANDE PLATEA
Settimanale di cinema e teatro
a cura di Gian Luigi Rondi e Luciano Codignola
Collaborazione di Claudio Novelli
19,15 CONCERTO DELLA SERA
Musiche di Clementi, Saint-Saens, Schumann
20,15 TACCUINO
di Maria Bellonci
20,30 L'APPRODO MUSICALE
a cura di Leonardo Pinzaùti
21,00 IL GIORNALE DEL TERZO
21,20 SETTE ARTI
21,30 FESTIVAL D'OLANDA 1973
Concerto Sinfonico
Direttore
Bruno Maderna
Musiche di Bussotti, Boulez, Zimmermann.
Orchestra Filarmonica e Coro della Radio Olandese
(Registrazione effettuata il 6 luglio al Concertgebouw di Amsterdam dalla Radio Olandese)
22,50 Orsa minore
IL MAESTRO PIP
di Nello Saito
Con Mariano Rigillo e Antonio Salinas
Regia di Augusto Zucchi
Al termine: CHIUSURA
MONTECENERI - SVIZZERA
I Programma
14,45 Da Roma:
Radiocronaca dell'incontro internazionale di calcio
ITALIA - SVIZZERA
(ore 15,50) INFORMAZIONI
17,15 Radio gioventù presenta
LA TROTTOLA
18,00 INFORMAZIONI
18,05 VESUVIANA
18,15 VOCI DEL GRIGIONI ITALIANO
18,45 CRONACHE DELLA SVIZZERA ITALIANA
19,00 TWIST
19,15 NOTIZIARIO - ATTUALITA' - SPORT
19,45 MELODIE E CANZONI
20,00 IL DOCUMENTARIO
20,30 PARIS TOP-POP
21,00 RIBALTA INTERNAZIONALE
21,30 CAROSELLO MUSICALE
22,15 INFORMAZIONI
22,20 MUSICHE DI ARAM KHACHATOURIAN
23,00 NOTIZIARIO - CRONACHE - ATTUALITA'
23,25 - 24,00 PRIMA DI DORMIRE
Note sul pentagramma della musica dolce, in attesa della mezzanotte
II Programma
14,30 MONTEVERDI E DA PALESTRINA
15,00 SQUARCI
Momenti di questa settimana sul Primo Programma
17,10 COMPLESSI LEGGERI
17,30 MUSICA IN FRAC
Echi dai nostri concerti pubblici
Musiche di Vivaldi e Haydn
18,00 PER LA DONNA
Appuntamento settimanale
18,30 INFORMAZIONI
18,35 GAZZETTINO DEL CINEMA
19,00 PENTAGRAMMA DEL SABATO
Passeggiata con cantanti e orchestre di musica leggera
20,00 DIARIO CULTURALE
20,15 SOLISTI DELLA SVIZZERA ITALIANA
Musiche di Nardini, Duparc, Stàger
20,45 FINESTRA APERTA SUGLI SCRITTORI ITALIANI
21,15 - 22,30 RADIOCRONACHE SPORTIVE D'ATTUALITA'
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Il timbro vocale neutro e le rare immagini fotografiche dedicate hanno sempre tenuto gli annunciatori e soprattutto le annunciatrici radiofoniche al riparo da qualsivoglia forma di divismo. Quando esisteva la fotogenia, c'era la possibilità per i singoli di emigrare in televisione e guadagnarsi il successo popolare assoluto: chi rimaneva in radio scindeva la propria voce da tutto il resto... e dormiva sonni tranquilli al riparo da dichiarazioni d'amore da parte di persone sbrigativamente liquidate come mitomani, ma che forse soffrivano di solitudine e timidezza e avevano bisogno (qui in tutti i sensi) di una voce amica disposta ad aiutarli a risolvere i propri problemi personali... qui però rischiamo di addentrarci lungo un sentiero assai impervio atto a farci uscire fuori tema.
Solo in programmi come Voi ed io, Supersonic e, nel post-riforma, I giorni, l'annunciatrice o l'annunciatore si metteva in gioco, tirando fuori quel pizzico consentito della propria personalità, e magari alcuni nomi cominciavano ad essere associati alle voci già familiari.
La signora che vedete in uno scatto sempre tratto da un servizio pubblicato dal Radiocorriere-TV nella tarda estate del 1968 era originaria di Napoli, ma aveva ed ha sempre trasmesso da Roma. Il suo nome ? Liliana Sala. Ella fu tra le prime voci che tennero a battesimo, nel 1959, le trasmissioni della Filodiffusione, col tempo gestite in coabitazione dal centro di Roma e da quello di Torino (quest'ultimo si occupava essenzialmente dei programmi in stereofonia). In anni più vicini a noi ha insegnato la tecnica di dizione radiofonica alle nuove leve, le quali hanno fatto tesoro delle sue lezioni frutto di una lunga esperienza.
A Liliana Sala dedichiamo il banner introduttivo della seconda parte della nostra cavalcata inerente ai programmi radiofonici del 20 ottobre 1973, soprattutto alle emissioni pomeridiane e serali.
E' un pomeriggio in cui si parla tanto di Svizzera, non solo per la partita di calcio alla quale dedicheremo qualche riga più avanti, ma pure per certe scelte che sembrano volute, specialmente se poste praticamente in contrapposizione alla trasmissione dell'incontro.
Difatti, l'appuntamento con l'opera completa del sabato pomeriggio diffusa dal Terzo Programma riguarda il Guillaume Tell (o meglio, il Guglielmo Tell, dal momento che va in onda la versione italiana) di Gioachino Rossini, ultimo lavoro per il teatro del "cigno di Pesaro" ancora trentasettenne (il melodramma andò in scena per la prima volta nel 1829) e da quel momento più dedito alla vita mondana parigina e alla cucina che non alla musica attiva (scriverà altre cose, di tutt'altro sapore).
Prendendo spunto dal dramma romantico di Friedrich Schiller, in pieno stile "Sturm und Drang" (con l'esaltazione dell'eroe nazionale svizzero), con sullo sfondo l'amore contrastato, per ragioni politiche, tra Matilde d'Asburgo, sorella di Gessler, governatore d'Austria e nemico giurato degli Svizzeri nel Trecento, e il suo salvatore (ella stava rischiando di perire a causa di una valanga) Arnoldo, figlio del vecchio Melchthal, l'opera, assai lunga e complessa, si può chiaramente definire il prodigio del Rossini serio. Splendida e popolare la sinfonia (specie il travolgente finale); noto il numero di danza (obbligatorio secondo la prassi invalsa al tempo a Parigi) caratterizzato da un Passo a sei; celebri le singole arie dei tre protagonisti principali, ossia Selva opaca (Matilde), Resta immobile (Guglielmo, il quale si rivolge al figlioletto Jemmy in occasione della celeberrima prova della mela, bersaglio da colpire con la freccia e posto sulla testa del bambino) e la lunga scena di apertura dell'ultimo atto, affidata ad Arnoldo, in cui alla malinconia e alle preoccupazioni dell'aria O muto asil del pianto segue la travolgente cabaletta Corriam ! Voliam !, alla notizia, ricevuta dagli insorti svizzeri, della vile condanna di Guglielmo a morte sicura nel castello solitario di Kusmac, posto in mezzo al lago, come ripicca del nemico una volta scoperta una seconda freccia destinata a uccidere quest'ultimo. Bisognerà salvare Tell al più presto e allora... tutti al Lago dei Quattro Cantoni, ove si trova lo stesso protagonista, riuscito a fuggire e in grado quindi di sorprendere e sgominare tutti i nemici. Il trionfo viene celebrato proprio mentre la tempesta finisce e si schiarisce il cielo: tutti cantano alla libertà conquistata (sulle note di un tema assai familiare al pubblico italiano delle ultime quattro - cinque generazioni... e per tutt'altro discorso...).
Ascoltiamo insieme quindi l'intera opera Guglielmo Tell di Rossini, con il libretto italiano di Calisto Bassi, nella registrazione effettuata nell'aprile del 1956 al Teatro dell'Arte al Parco Sempione di Milano. Dirige il complesso sinfonico e corale della RAI lombarda Mario Rossi, con la collaborazione del Maestro Benaglio per gli inserti corali. Guglielmo è il baritono tedesco Dietrich Fischer-Dieskau, forse uno dei pochi artisti lirici di Germania ad aver affrontato il repertorio italiano con una dizione assai limpida. Matilde è Anita Cerquetti, promettente soprano che commise l'errore di cedere ancor giovane alle lusinghe di Mister John Culshaw e dei discografici inglesi della Decca per incidere La Gioconda di Ponchielli, opera che "rovina la voce", mentre Arnoldo è interpretato da Gianni Jaia, tenore pugliese (morto nel 2011) non famosissimo, ma comunque assai apprezzato da appassionati e intenditori. Per seguire il libretto,eccovi il relativo link del pregevole sito specializzato nordamericano (http://opera.stanford.edu/Rossini/GuillaumeTell/libretto.html):
Dopo l'opera (argomento che riprenderemo fra non molto, prendendo spunto dall'altro melodramma completo trasmesso dalla RAI quel giorno), eccoci finalmente allo sport. Sono in settantacinquemila allo Stadio Olimpico: in tribuna d'onore spiccano il Capo dello Stato Giovanni Leone e il suo successore (allora Presidente della Camera) Sandro Pertini... due avvocati che non hanno mai nascosto la passione per il football... la partita è assai delicata, perchè l'Italia ha 8 punti e deve vincere a tutti i costi l'incontro con la Svizzera (che a propria volta ha guadagnato 6 punti finora ed ha il vantaggio di dover disputare un'altra partita, il 18 novembre in Turchia) per staccare il biglietto alla volta di Monaco di Baviera, per i campionati mondiali del successivo giugno. Inutile nasconderlo: la tensione è altissima.
In piedi: Romeo Benetti, Luciano Spinosi, Giann Rivera, Dino Zoff, Francesco Morini, Gigi Riva. Accosciati: Fabio Capello, Giacinto Facchetti, Pietro Anastasi, Sandro Mazzola e Tarcisio Burgnich.
Ecco l'undici approntato da Valcareggi per la partita.
Pur non avendo a nostra disposizione i documenti sonori riferiti alla radiocronaca di Enrico Ameri, con le ormai consuete interviste di Sandro Ciotti ai colleghi della carta stampata e di Ezio Luzzi ai giocatori, abbiamo approntato un commento alla buona sulle immagni mute reperite su YouTube... meglio di niente...
Si va dunque a Monaco e i giornalisti interpellati da Ciotti analizzano soprattutto quei lati negativi che puntualmente pagheremo assai cari durante la competizione iridata di giugno....e che la fortunosa quanto esaltata vittoria di Londra nell'amichevole di novembre nasconderà furbescamente.
Dopo la partita, un po' di relax con un programma-riempitivo dedicato ad alcune interpretazioni dell'orchestra di un compositore e arrangiatore afro-americano tra i più vivaci e in gamba, Quincy Jones, divenuto famoso nel 1962 - '63 in tutto il mondo per un brano assai accattivante dal titolo Soul bossa nova:
In tempi più recenti, il Maestro Jones ha saputo adeguare egregiamente le proprie scelte in sede di arrangiamento alle ritmiche odierne, incidendo dischi di sicura presa, atti a figurare nelle discoteche degli appassionati di un pop molto raffinato. Eccovi per esempio Snow creatures:
Un motivo buffo e carino, colonna sonora di un telefilm, da gennaio diventerà la sigletta di periodici interventi radiofonici animati da Walter Chiari e intitolati Un giro di Walter: questo è The streetbeater.
Altra valida composizione di Quincy Jones è Money runner:
Finiamo il nostro breve omaggio a Quincy Jones con Chump change:
Si giunge a sera fluttuando tra i radiodrammi del Nazionale, le rubriche di spettacolo del Terzo e soprattutto una serie di interessanti programmi mandati in onda dal Secondo, dal folk sempre ben illustrato da un documentatissimo Otello Profazio a curiosi incontri, a cura di Marina Como, dedicati al rapporto tra uomini politici o di cultura e le canzonette, non ancora oggetto assai comune di analisi stilistica (salvi rari casi), fino all'ultima serie di quel programma demenziale nato nel 1967 con il titolo di Trattenimento in musica con Radio Ombra (e conseguenti polemiche), diventato nel '68 L'altra radio ed ora La radiolaccia, da un'idea di Riccardo Pazzaglia e Corrado Martucci (in definitiva, l'antenato mille volte millanta più raffinato de Lo zoo di 105 e Ciao Belli !, anche se molto meno ricordato rispetto al "fratello appena minore" Alto gradimento).
Poi è la volta dell'opera lirica, un melodramma musicato dal bergamasco Gaetano Donizetti che era senz'altro da ritenersi un lavoro minore, finche nel 1965, alla Carnegie Hall di New York, si decise di metterlo in programma in forma di concerto, anche con l'intento di far conoscere al pubblico statunitense una nuova cantante spagnola, Montserrat Caballè... e fu subito successo...
Questa che vedete sopra è la prima copertina del cofanetto contenente i 3 LP che racchiudono l'intera Lucrezia Borgia donizettiana pubblicata nel 1967 dalla RCA Victor: incisione effettuata negli studi di Roma del colosso discografico statunitense, capace di sfruttare alla grande la possibiità di registrare in Europa per risparmiare sulle tasse imposte dai regolamenti sindacali dei musicisti di Oltreoceano.
Come gli inglesi John Culshaw per la Decca e Walter Legge per la EMI, anche la RCA puntava su un produttore con gli attributi, che non si lasciava sfuggire l'opportunità di affidare al disco i grandi successi del Met, magari sostituendo accortamente gli artisti legati contrattualmente ad altre etichette. Veniva dall'Ohio e si chiamava Richard Mohr.
Scritta a tempo di record (meno di un mese) da Donizetti su libretto del prolifico Felice Romani, Lucrezia Borgia andò in scena al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre del 1833 ed ebbe un buon successo. Col tempo, però, quest'opera cadde nel'oblio, dal quale sarebbe uscita definitivamente,appunto, nel 1965.
La trama prende spunto dal dramma di Victor Hugo e si articola in un prologo e due atti. Il sipario si alza sulla terrazza di Palazzo Grimani a Venezia, nel pieno di una festa mascherata. Due ragazzi, l'adolescente Maffio Orsini (qui il mezzosoprano afro-americano Shrley Verrett) e il giovane Gennaro (interpretato in questa registrazione dal tenore spagnolo Alfredo Kraus), si incontrano casualmente con Gubetta (il basso Vito Maria Brunetti), spia al servizio della duchessa di Ferrara Lucrezia Borgia (Montserrat Caballè). Gli uni esaltano Venezia di notte; l'altro tesse le lodi della corte estense, ma viene zittito non appena nomina proprio la duchessa, nota per la sua crudeltà. Inoltre qualcuno ha profetizzato la morte sia di Orsini che di Gennaro per mano della stessa Borgia, ma questo aspetto lascia il tempo che trova. La festa prosegue: Maffio va via con gli altri, mentre rimane solo Gennaro, che dorme profondamente. A un certo punto, quasi furtivamente, scende da una gondola una dama in maschera...
LUCREZIA
Si voli il primo a cogliere
bacio d'un santo amore,
quell'innocente core
riposi sul mio cor.
Un dolce sogno, un'estasi,
un lusinghiero incanto !
La vita a lui d'accanto
delizia fia d'amor.
Si voli il primo a cogliere, ecc.
(N.B.: questa cabaletta, presente in questa versione discografica, venne a suo tempo composta da Donizetti in un secondo momento appositamente per il soprano Giulia Grisi. Dopo l'allestimento del Met di cui sopra e il conseguente rilancio internazionale della Lucrezia Borgia, Si voli il primo a cogliere è stata eseguita saltuariamente e omessa dall'altra importante edizione discografica completa, pubblicata alla fine degli anni Settanta dalla Decca con l'australiana Joan Sutherland nel ruolo della protagonista e Marylin Horne (Maffio Orsini), Ingvar Wixell (Il Duca Alfonso d'Este) e Jaime Aragall (Gennaro). National Philharmonic Orchestra diretta da Richard Bonynge)
Gennaro si sveglia a fianco della donna misteriosa, ovviamente ignorandone la reale identità, e ne viene favorevolmente impressionato. Il dialogo tra lui e Lucrezia cade presto su un delicato argomento, che Gennaro enuncia nel seguente modo:
Il prologo si chiude con una scena assai concitata e drammatica: Maffio Orsini riconosce Lucrezia e l'accusa di avergli ucciso il fratello. Ne segue uno scontro tra la duchessa e gli amici del ragazzo: Gennaro, fuori di sè, spinge fuori Lucrezia e questa sviene.
Con il primo atto ci spostiamo a Ferrara, ove si è trasferito Gennaro con un'ambasceria veneziana: il giovane ha preso alloggio in una villetta nei dintorni del palazzo ducale. Alfonso d'Este (ruolo qui ricoperto dal basso italo-americano Ezio Flagello), geloso di Lucrezia, avvampa d'ira e studia il da farsi con il suo fido Rustighello (canta il tenore Giuseppe Baratti) con l'intento di cacciare Gennaro nei guai:
Duca
Gennaro reagisce duramente allo scherno degli amici che lo accusano di essere caduto suo malgrado nei lacci amorosi di Lucrezia, cancellando con un pugnale la B del cognome della duchessa scritto all'ingresso del palazzo. In seguito arrestato, Gennaro attende di essere giustiziato con il veleno misto al vino e la spada, anche perchè confessa di aver compiuto lo sfregio del nome. Lucrezia tenta di convincere il marito a risparmiare Gennaro, ma inutilmente: anzi, toccherà a lei far bere a Gennaro il vino avvelenato. Eppure...
Ultimo atto: nella casa della principessa Negroni è in corso un banchetto al quale partecipa pure Gennaro, alfine convinto dopo non poche reticenze da Maffio Orsini. Quest'ultimo intona un brindisi per tutta la brigata:
Le voci interne sono quelle degli sgherri di Lucrezia, la quale subito dopo si materializza rivelando di essersi vendicata (avvalorando così la profezia rivelata da Maffio durante il prologo) avvelenando il vino che i commensali hanno appena bevuto. Muoiono tutti, compreso Gennaro, al quale Lucrezia rivela appena in tempo di essere lei la madre misteriosa di cui egli aveva sentito parlare sin da piccolo:
Con la Lucrezia Borgia di Donizetti completiamo così il nostro viaggio nei programmi radiofonici del 20 ottobre 1973. Sperando di avervi fatto cosa gradita anche affrontando tematiche più "dotte" come il melodramma, vi ringraziamo per l'attenzione e vi diamo appuntamento al prossimo intervento.
Un caro saluto a tutti voi da
CBNeas
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Non dimenticate
LUNARIO DEI GIORNI DI TELE
di Cesare Borrometi
La TV degli anni d'oro come non è stata mai narrata
Con
il passare degli anni crescono sempre più la nostalgia e l'interesse
per la vecchia TV di qualità: appositi canali digitali, siti Internet
dedicati, pubblicazioni periodiche, tanto nelle edicole quanto nei
negozi specializzati; DVD contenenti, tutte o in parte, storiche
trasmissioni di ieri, libri a carattere storico-rievocativo godono di un
pubblico scelto, appassionato e spesso anche esigente. Eppure c’era una
lacuna da colmare: un almanacco, un lunario che raccogliesse, giorno
per giorno, una vasta gamma di programmi di quel periodo d’oro, dal
varietà allo sceneggiato, dalla pubblicità all’informazione, dalla TV
dei ragazzi al teatro e alla cultura, lo sport e via dicendo. In tutto
366 titoli, uno per ogni giorno dell’anno, scelti in base alla relativa
data di trasmissione (o di inizio serie per i programmi a puntate) o ad
eventi particolari atti a determinarne il successo, e corredati da
schede tecniche, presentazioni e commenti. Questa lacuna viene oggi
colmata da Cesare Borrometi, ideatore di una formula che senz’altro
cambierà il modo di gestire la storiografia sull’argomento: fermo
intendimento dell’autore è di produrre nel tempo ulteriori libri del
genere, fornendo all’appassionato, allo studioso e al curioso un
panorama il più possibile preciso dei giorni, dei mesi e degli anni che
hanno visto sbocciare trasmissioni e personaggi di fama del “piccolo
schermo" da riscoprire e rivalutare.
MEF Firenze Libri - Pagine: 330
Prezzo: Euro 29,00
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3 commenti:
Splendido questo post "lirico". L'edizione della Rai del Tell è particolarmente amata fra i melomani. Fischer-Dieskau potrà magari non piacere a tanti "vociomani" (come il sottoscirtto), ma è, senza ombra di dubbio, il maggior baritono del secondo dopoguerra, sia per vastità di repertorio, sia per le sue indubbie ed eccelse qualità interpretative. Anita Cerquetti ha avuto una carriera breve, ma è stata interpete e cantante di sovrana bravura tecnica ed interpretativa. Jaja e Rossi erano considerati interpreti "di routine": magari ne avessimo adesso! Il confronto con il Tell dell'ultimo Rossini Opera Festival è impietoso: fra direttori figli di, soprani improponibili, tenori che dovrebbero limitarsi ad Almaviva e Ramiro spacciati per Arnoldo "filologici" e registi stupdiamente "radical chich", il passato "non filologico" trionfa in modo evidente.
La registrazione della "Lucrezia Borgia" con la Caballè è, sic et simpliciter, la migliore, dato che la divina Sutherland, nell'altra edizione da Lei citata, è circondata da partner chiaramente non all'altezza. Anche qui, è da notare un basso come Ezio Flagello, all'epoca ritenuto di seconda schiera e che oggi mieterebbe verosimilmente allori ed ovazioni in tutti i maggiori teatri del mondo.
Francesco
...anche se la Sutherland spara un acuto (nell'ultima battuta di "Era desso il figlio mio") che andava fatto e che la Caballè (poco abituata a questo modo di cantare) ha preferito abbassare, come al solito...
Eh beh, la Sutherland è la Sutherland...semplicemente, dal punto di vista vocale, una dea! E se l'edizione della Sutherland avesse come co-protagonisti quelli della Caballè (senza il direttore Perlea, magari) sarebbe davvero un'edizione da isola deserta. La Caballè usava non di rado questi trucchetti, ma (non ricordo quale critico lo abbia detto) era davvero una "sublime mistificatrice"! :-)
Francesco
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