NAZIONALE
meridiana
12,30 SAPERE
Aggiornamenti culturali
coordinati da Enrico Gastaldi
Introduzione alla psicologia
a cura di Luigi Meschieri
Regia di Gianni Amico
13,00 CONCERTO SINFONICO
diretto da Herbert Von Karajan
Robert Schumann: Sinfonia n.4 op. 120 in re
Orchestra Sinfonica di Vienna
Regia di Henri-Georges Clouzot
Produzione: Cosmotel
13,25 IL TEMPO IN ITALIA
BREAK 1 (Uova Pasquali Ferrero - Acqua Silia Plasmon - Vernel - Invernizzi Susanna)
13,30 TELEGIORNALE
14,00 - 14,20 CRONACHE ITALIANE
Arti e Lettere
per i più piccini
17,00 IL GIOCO DELLE COSE
a cura di Teresa Buongiorno
con la collaborazione di Marcello Argilli
Presentano Marco Danè e Simona Gusberti
Scene e pupazzi di Bonizza Giordani
Regia di Salvatore Baldazzi
17,30 SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE
Edizione del pomeriggio
ed
ESTRAZIONI DEL LOTTO
GIROTONDO (Uova Pasquali Ferrero - Penna Grinta - Patatina Pai - Merito - Motta)
la TV dei ragazzi
17,45 CHISSA' CHI LO SA ?
Gioco per i Ragazzi delle Scuole Medie
Presenta Febo Conti
Testi di Cino Tortorella
Regia di Maria Maddalena Yon
18,45 I RACCONTI DI TAKTU
Un programma di Laurence Hyde e David Bairstow
La grande pesca
Prod. : National Film Board of Canada
ritorno a casa
GONG (Tortellini Barilla - Dentifricio Colgate - Nesquik Nestlè)
19,00 SAPERE
Aggiornamenti culturali
coordinati da Enrico Gastaldi
Monografie
a cura di Nanni De Stefani
Il blues
GONG (Das Pronto - Rama - Vim Clorex)
19,30 TEMPO DELLO SPIRITO
Conversazione di Don Luigi Olgiati
ribalta accesa
19,45 TELEGIORNALE SPORT
TIC-TAC (Camay - Zoppas - Industria Olii e Risi - Soflan - Industria Italiana della Coca-Cola - Close up)
SEGNALE ORARIO
CRONACHE DEL LAVORO E DELL'ECONOMIA
a cura di Corrado Granella
ARCOBALENO 1 (Acqua Sangemini - Cucine componibili Snàidero - Chicco Artsana)
CHE TEMPO FA
In studio Edmondo Bernacca
ARCOBALENO 2 (Rabarbaro Zucca - Dinamo - Invernizzi Milione - Wella)
20,30 TELEGIORNALE
Edizione della sera
Direttore Willy De Luca
CAROSELLO
(1) Ovomaltina - (2) Cera Emulsio - (3) Formaggino Mio Locatelli - (4) Confezioni Marzotto - (5) Personal G.B. Aperitivo
I cortometraggi sono stati realizzati da : 1) Unionfilm P.C. - 2) Cinestudio - 3) Film Made - 4) B.O. & Z. Realizzazioni Pubblicitarie - 5) Gamma Film
21,00 PROCESSO A GESU'
di Diego Fabbri
Parte seconda
Con Fosco Giachetti, Diana Torrieri, Lydia Alfonsi, Carlo Enrici, Ernesto Calindri, Francesca Siciliani, Luigi Pavese, Mario Erpichini, Arnaldo Ninchi.
Musiche originali di Giorgio Gaslini
Scene di Eugenio Guglielminetti
Regia di Gianfranco Bettetini
(Riduzione televisiva dello spettacolo teatrale organizzato nel 1967 in collaborazione tra il Teatro San Bàbila di Milano e la RAI-Radiotelevisione Italiana)
(Replica del 1968)
DOREMI' (Favilla e Scintilla - Calza Sollievo Bayer - Amaro Petrus Boonekamp - Farmaceutici Dott. Ciccarelli)
22,15 Servizi Speciali del Telegiornale
SESTANTE
a cura di Ezio Zèfferi
BREAK 2 (Brandy Vecchia Romagna - Lignano Sabbiadoro)
23,00 TELEGIORNALE
Edizione della notte
CHE TEMPO FA
In studio Edmondo Bernacca
SPORT
con probabile servizio sull'anticipo del campionato di calcio di Serie A
CAGLIARI - INTER
SECONDO
Per Roma e zone collegate, in occasione della XIX Rassegna Internazionale Elettronica Nucleare e Teleradiocinematografica
10,00 - 11,30 PROGRAMMA CINEMATOGRAFICO
TRASMISSIONI IN LINGUA TEDESCA
PER LA ZONA DI BOLZANO
SENDER BOZEN
SENDUNG IN DEUTSCHER SPRACHE
19,30 SINAI: GESETZ UND VERHEISSUNG
Filmbericht
Regie: Kurt Hoffmann
Verleih: Telepool
20,15 KULTURBERICHT
20,30 GEDANKEN ZUM SONNTAG
Es spricht: Leo Munter
20,40 - 21,00 TAGESSCHAU
21,00 SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE DEL SECONDO PROGRAMMA
INTERMEZZO (Salumificio Negroni - I Dixan - Collants Ragno - Motta - Sipal Arexons - Alka Seltzer)
21,15 IL MONDO SENZA SOLE
Film - Documentario
Regia di Jacques - Yves Cousteau
Distribuzione: Screen - Gems
DOREMI' (Whisky Francis - Supershell - Rama - Spic & Span)
TSI - SVIZZERA
13,30 UN'ORA PER VOI
Settimanale per gli italiani che lavorano in Svizzera
Presentano Corrado e Mascia Cantoni
14,45 IL PRISMA
Problemi economici e sociali
(Replica della trasmissione diffusa il 4 -2- 1972)
15,10 In Eurovisione da Londra
CANOTTAGGIO: OXFORD - CAMBRIDGE
Cronaca diretta
(A COLORI)
15,45 Per gli adolescenti
VROUM
Settimanale a cura di Mimma Pagnamenta e Cornelia Broggini
A Pasqua, cantiamo Mozart ?
Edizione speciale allestita da un gruppo di giovani, in collaborazione con Claudia Cavadini e Antonio Lava
Realizzazione di Chris Wittwer
(Replica della trasmissione diffusa il 29-3-1972)
16,40 GUTEN TAG
Corso di lingua tedesca
Darf ich ihnen hellfen ? - Ein wochenende ohne geld
a cura del Goethe Institut
(Replica)
17,40 IL BUONGUSTAIO
La cucina nel mondo
Granville
17,55 POP HOT
Musica per i giovani
18,15 I CORSARI
Telefilm
Sylvie
(A COLORI)
18,40 RITO PASQUALE IN GUATEMALA
Realizzazione di Ivan Buttler
19,05 TELEGIORNALE 1a edizione
- TV-SPOT
19,15 IL MONDO IN CUI VIVIAMO
Civiltà ritrovate
Susa
(A COLORI)
19,40 IL VANGELO DI DOMANI
Conversazione religiosa di Don Sandro Vitalini
- TV-SPOT
19,55 UNA RISATA IN TESTA
Disegni animati
(A COLORI)
- TV-SPOT
20,20 TELEGIORNALE Edizione principale
- TV-SPOT
20,40 GIUSEPPE VERDI
Film - Regia di Raffaello Matarazzo
Int. : Pierre Crssoy, Anna Maria Ferrero, Mario Del Monaco, Tito Gobbi
(A COLORI)
22,35 SABATO SPORT Notizie
- BELLINZONA: CALCIO: INTER - LEVSKI SPARTAK
Torneo internazionale giovani
Cronaca differita parziale
23,25 TELEGIORNALE 3a edizione
KOPER - CAPODISTRIA
15,10 TELESPORT
CANOTTAGGIO: REGATA OXFORD - CAMBRIDGE
(A COLORI)
16,30 PALLACANESTRO: CAMPIONATO JUGOSLAVO MASCHILE
18,15 HOCKEY SU GHIACCIO: CAMPIONATI MONDIALI GRUPPO B
19,45 WEEK-END IN TECHNICOLOR
Spettacolo musicale con il complesso Aguaviva
(A COLORI)
20,10 ZIG-ZAG
(A COLORI)
20,15 NOTIZIARIO
20,30 LA PAROLA ALLA DIFESA
Telefilm
Ritorno
21,20 PICCOLO CONCERTO
Autori classici alla ribalta
(A COLORI)
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Riaccendiamo dopo circa un mese il nostro Focolare: pur se è già arrivato l'aprile, quest'anno in Europa non è ancora primavera, per cui c'è ancora bisogno di scaldarsi più che mai al fuoco sempre vivo delle nostalgie piccole e grandi della nostra radiotelevisione.
L'ospite fotografico di questo post è un personaggio che incontrammo già praticamente agli inizi, in occasione di un intervento dell'amico Sergio Mannu sugli speaker del TG (http://ilfocolare-radiotv.blogspot.it/2010/06/giovedi-25-giugno-1964.html ): si tratta di Alberto Lori, nato a Firenze nel 1940, in RAI dal 1966 al 1980, soprattutto lettore sia dell'allora unico notiziario del Secondo Programma (prima che passasse anch'esso in mano ai mezzibusti) che di quello di chiusura delle trasmissioni del Nazionale, oltre che voce fuori campo di molti servizi filmati o di brevissime visivamente documentate, per non parlare di una ricca attività di scrittore tanto di romanzetti polizieschi che di più impegnativi (e interessanti) trattati culturali, oltre che, naturalmente, di testi didattici sull'impostazione della voce e della dizione. Dopo aver lasciato la RAI, Lori è diventato libero professionista, sonorizzando documentari e filmati per programmi televisivi più recenti come Sfide e - sin dagli anni '80 - (inevitabilmente, essendo egli di religione ebraica) Sorgente di vita. Inoltre, spesso la figlia Tullia, che insegna Lettere in un Liceo Scientifico di Ronciglione (sì, proprio il paesino del Viterbese che ha dato i natali al canzonettista del momento, Marco Mengoni) ed attualmente è impegnata in politica nel M5S, lo invita in istituto a spiegare ai ragazzi come saper parlare e saper scrivere. Noi comunque lo ricordiamo come un giovane sempre elegante, raffinato, misurato, pronto a dar lettura delle principali notizie della giornata con le giuste cadenza e discrezione.
A proposito di notizie, mentre si prepara in Italia la campagna elettorale per le prime elezioni anticipate della breve storia repubblicana, giunge proprio in quei giorni d'inizio primavera un allarmante rapporto futuribile dagli Stati Uniti, cui fa cenno anche Andrea Barbato nella rubrica I nostri giorni da lui tenuta per il Radiocorriere - TV:
"Si va, dice qualcuno, verso una "società del dossier", nella quale ogni uomo avrà una pratica e un numero: anzi, sarà egli stesso una pratica e un numero, una raccolta di informazioni, da mettere in archivio. L'allarme è di duplice aspetto: da una parte, perchè potenti uffici, per fini diversi, raccolgono informazioni sui cittadini, che vedono così violati i loro segreti più privati; dall'altra parte, perchè la tendenza a ridurre l'individuo ad un fascicolo di anonimi documenti è crescente e preoccupante più che mai.
Il senatore Sam Ervin, che presiede il Comitato per i diritti costituzionali, è diventato il difensore dei cittadini contro la minaccia di eccessive intrusioni nella vita personale. (...) Ervin si batte anche contro un costume e una pratica che sono molto difficili da sradicare: quella di considerare e trattare gli uomini come numeri: un individuo, con tutta la sua storia personale, si trasforma in una scheda, in un perforato, in una cifra della pratica della Sicurezza Sociale. Quel suo numero di serie diventa anche spesso il numero di matricola del suo posto nelle forze armate, e forse il suo numero di contribuente del fisco. Una macchina anonima e gigantesca riduce così la sua vita privata e la sua identità ad un numero, un punto di riferimento per un calcolatore. Non è fantascientifico immaginare che presto i dati schematici (e infedeli) di ogni cittadino saranno raccolti in un gigantesco magazzino a memoria elettronica. Ma i problemi sono enormi. Chi garantisce dell'attendibilità di quelle notizie e del modo in cui sono state raccolte ? E chi garantisce dell'uso che ne viene fatto ? I computers hanno moltiplicato gli usi e la velocità d'accesso a queste notizie, che così si spargono con rapidità pericolosa.(...)
Racconta Ervin che per rilasciare una carta di credito si consulta il dossier del cliente: se c'è un reclamo di un negoziante per mancato pagamento, il credito è impossibile. Ma mentre il reclamo (spesso magari suscitato da malanimo) del negoziante viene raccolto nel computer, il reclamo del cliente contro di lui (magari per aver avuto mercanzia guasta) non viene registrato. Ecco come il dato schematico falsa la realtà: ed ecco come si minaccia la nostra vita privata, per far funzionare più celermente una società affollata e impaziente".
(ANDREA BARBATO, Difendere l'uomo, Radiocorriere - TV n. 13 /1972, pag. 10)
Non ci sono ulteriori parole per commentare... quanto qui sopra paventato è praticamente davanti ai nostri occhi quotidianamente.... più di quarant'anni dopo...
E' il 1° aprile del 1972, ma è anche Sabato Santo, per cui il clima scherzoso del tradizionale Pesce d'Aprile è certamente attutito dal raccoglimento e da una certa seriosità imposti dalla ricorrenza... e sappiamo quanto la RAI, in quel periodo, renda la programmazione radiotelevisiva la più possibile adeguata al Triduo Pasquale, pur con qualche lieve apertura senza precedenti di cui ci occuperemo più avanti.
Ad ogni modo, il consueto appuntamento sabatino con Oggi le comiche rimane inadeguato e quindi viene sostituito da una trasmissione musicale che comunque vale la pena vedere, forse perchè unica sotto il profilo del taglio registico... infatti si tratta di un filmato importato dalla Germania Federale, prodotto dalla Cosmotel e diretto da Henri-Georges Clouzot, cineasta francese (quello di Legittima difesa e Vite vendute) che anni prima ha stretto un bellissimo rapporto di lavoro con Herbert Von Karajan, l'eccelso direttore d'orchestra austriaco dallo spettacolare modo di concertare, filmandone prove ed esecuzioni con l'intento di cogliere la sapienza e la cura nel preparare e poi divulgare un brano sinfonico. Quel giorno viene proposta la Sinfonia n.4 op. 120 in re di Robert Schumann, articolata nei tempi: 1) Piuttosto lento; Vivace; 2) Romanza; 3) Scherzo-Trio; 4) Lento; Vivace. Prima di ascoltare e soprattutto vedere Herbert Von Karajan e i Wiener Symphoniker, vogliate leggere la nostra traduzione di una presentazione redatta alcuni anni fa dal critico polacco naturalizzato statunitense Michael Steinberg per un disco del brano in oggetto:
"Schumann seppe investire le proprie idee originali dello stile sinfonico nel lavoro che presentò la prima volta nel dicembre del 1841 come Sinfonia n.2 e che oggi noi conosciamo come Sinfonia n. 4 in re minore. Questa, egli diceva, voleva essere la sua sinfonia "Clara". Tuttavia il brano non piacque. Forse, sostenne il compositore, vi furono troppi nuovi brani di Schumann, e certamente mancarono i buoni servigi di Mendelssohn sul podio. (Stavolta il direttore era il primo violino e assistente di Mendelssohn alla Gewandhaus, il celebre musicista Ferdinand David.) Schumann rimase indifferente, ma lasciò perdere la sinfonia in re minore e non si sforzò di farla eseguire altre volte o di pubblicarla. Nel 1851, dopo il grande successo della prima esecuzione della Sinfonia "Renana", egli rivide completamente la propria partitura del 1841 e la ripresentò a Dusseldorf il 30 dicembre 1852 con il titolo di Fantasia Sinfonica. La recensione è inquietante. Dal punto di vista della composizione c'è un chiaro miglioramento. In particolare, i passaggi dalle introduzioni lente al primo tempo e al movimento finale - e sono questi i passaggi più poetici ed originali nella partitura - sono meglio congegnati e realizzati in maniera più efficace. Il denso impasto di raddoppi orchestrali nell'edizione del 1851 è una modifica meno felice (La versione originale venne pubblicata per la prima volta nel 1891 grazie all'incoraggiamento di Brahms e a dispetto della forte opposizione da parte dell'ormai anziana Clara).
Se nella "vera" Sinfonia "Primavera" la stagione è subito e brillantemente presente nella fanfara introduttiva, qui più gradualmente essa lotta con libertà di fronte al'inverno. Il passaggio all'Allegro e gli interventi dei tromboni in quella sezione fanno capire che Schumann stava scrivendo sotto l'influsso della grande Sinfonia in Do maggiore di Schubert. Nell'edizione riveduta egli chiede che i movimenti si succedano uno dopo l'altro senza sosta, un effetto che Schumann stesso aveva ammirato, sia pur con esitazione, come una significativa innovazione quando egli la notò nella cantata-sinfonia del 1840 di Mendelssohn Lobgesang (Canto di Lode). Segue una Romanza d'atmosfera, che allude all'introduzione della sinfonia ed è ben marcata (inoltre non è stata toccata dal lavoro di revisione). Essa porta a uno Scherzo deciso e tonante, il cui trio risulta essere una leggera variante della parte centrale della Romanza. Questa musica"mascherata", comunque, mostra di essere un passaggio al finale, il quale, in una delle ispirate modifiche del 1851, trae materiale dal primo movimento per arricchire il proprio vigoroso tema principale. Come il primo movimento, questo finale descrive un'evoluzione dal mistero alla sfrenata esuberanza".
La TV della Svizzera Italiana è meno bacchettona e manda regolarmente in onda l'appuntamento del sabato pomeriggio con Un'ora per voi, che da otto anni dà l'impronta nostrana alla programmazione elvetica, alternando momenti di spettacolo a rubrichette di servizio, senz'altro utili per gli italiani che si trasferiscono nel Paese rossocrociato. Conducono (a volte da Milano, altre volte da Roma) Corrado Mantoni e Mascia Cantoni, mentre a cantare la sigla di coda è in quel periodo Mino Reitano, che assieme al fratello Franco musica un testo di Sergio Paolini e Stelio Silvestri, Lasciala stare:
Il sabato pomeriggio è all'insegna, come di consueto, di Febo Conti e del suo Chissà chi lo sa ? che però, con la fine di giugno, saranno giubilati senza un perchè logico dalla RAI di Milano, al che l'autore Cino Tortorella dovrà trovare nuove soluzioni (che saranno Scacco al re e, più tardi, Il Dirodorlando) per le giovani leve (ed ergo gli studenti delle scuole medie). Al gioco studentesco segue un breve telefilm di produzione canadese, I racconti di Taktu (The stories of Tuktu), che descrive alcuni aspetti, debitamente romanzati, di vita esquimese. Pur assente su YouTube, l'episodio in onda in quel tardo pomeriggio di 41 anni fa, La grande pesca, è visibile all'interno del sito del National Board of Canada e ad esso vi rimandiamo con l'apposito link (http://www.nfb.ca/film/tuktu_ten_thousand_fishes/).
Dopo i Profili di protagonisti (che comunque proseguono, specie in coincidenza con eventi o anniversari), i sabati dell'enciclopedica rubrica Sapere sono caratterizzati dalle Monografie che Nanni De Stefani, ossia la sorella del regista Stefano nonchè figlia del commediografo Alessandro, sta dedicando ad alcuni spaccati della varia umanità debitamente analizzati. Quella sera si conclude il breve ciclo dedicato al blues e noi offriamo a nostra volta alcuni esempi di tale filone musicale afroamericano, nato tra gli schiavi impiegati nelle piantagioni di cotone e indispensabile punto di partenza del jazz.
Partiamo con Odetta, cantante e chitarrista che a volte ha inciso dischi con l'accompagnamento di un vero e proprio complesso jazz, con i fiati in evidenza: è il caso di un 33 giri del 1962, Odetta and the Blues, dal quale traiamo Oh, Papa !
Alterniamo qui blues d'ispirazione laica ad altri facenti parte integrante del settore Gospel/Spiritual, la cui regina rimane Mahalia Jackson, cantante, pianista e organista purtroppo scomparsa proprio all'inizio del 1972: di lei rimangono numerose, toccanti incisioni, come questo inno alla Terra Promessa, la Terra di Canaan (ovvero la Palestina), I'm on my way, noto anche per essere stato utilizzato, nel 1960, nella colonna sonora del film Il figlio di Giuda, la storia controversa e difficile del predicatore Elmer Gantry:
Ci sono delle ballate che partono magari da un'ispirazione country, vengono adottate dai bluesmen e poi, con i dovuti accorgimenti, si trasformano in travolgenti successi pop. E' il caso di questa Sixteen tons, scritta da Merle Travis, un cantante folk del Kentucky, destinata a sfondare grazie alla versione dapprima di Tennessee Ernie Ford e poi, soprattutto, dei Platters, non soltanto arrangiando il tema musicale in minore anzichè in maggiore, ma anche grazie alla trovata della voce bassa di Herbert Reed in qualità di solista al posto del solito Tony Williams, stile destinato ad essere imitato da noi addirittura da un calciatore gallese in forza alla Juventus e assai intonato: John Charles. Eccovi la versione interpretata, voce intonata e chitarra accordata in maggiore, da Big Bill Broonzy:
Chiudiamo con la performance di un complesso vocale tra i più quotati del genere spiritual, sulla scia del leggendario Golden Gate Quartet: i Jubilee 4 eseguono Go where I send thee !
La giovanissima televisione di Capodistria dedica la trasmissione a colori imperniata sui complessi di musica leggera del momento a una ricca formazione mista, vocale e strumentale, nata in Spagna e da qualche tempo ben nota anche nel nostro Paese, gli Aguaviva, esplosi in tutta Europa nel 1970 con Poetas andaluces:
Per il secondo (e ultimo) anno consecutivo il complesso iberico ha partecipato al Festival di Sanremo: nel 1971 ha bissato il brano di Al Bano 13, storia d'oggi, interpretandolo parzialmente in madrelingua, mentre nell'edizione del febbraio precedente, segnalatasi per la scelta di affidare a un solo interprete la canzone in gara, ha eseguito interamente in italiano (con perfetta dizione da parte dei cantanti), ma non passando il turno eliminatorio, uno struggente omaggio a Luigi Tenco firmato da Cristiano Minellono e Memo Remigi e intitolato Ciao, amico, ciao !
Parlavamo più sopra di una piccola apertura senza precedenti da parte della RAI nel giorno del Sabato Santo: è infatti la prima volta che, alla vigilia di Pasqua, vanno regolarmente in onda le rubriche pubblicitarie televisive, di solito soppresse come il giorno precedente (e nel 1959, caso unico, la réclame fu assente dai teleschermi anche il Giovedì Santo): ciò suscita qualche polemica tra i critici (l'immancabile Ugo Buzzolan in testa), sicchè l'anno dopo si provvederà a mettere in onda pubblicità prive di lati spettacolari, in ossequio alla ricorrenza.
Ad ogni modo, troviamo ad esempio in Tic-Tac Sabina Ciuffini, l'allora valletta di Mike Bongiorno nel Rischiatutto (nonchè figlia di Augusto Ciuffini, uno tra i pionieri dei caroselli), intenta a celebrare le virtù dell'insostituibile Soflan:
In quel periodo arriva anche un nuovo dentifricio, il Close-up (da leggersi rigorosamente all'italiana !).
Eccovene la pubblicità cartacea:
L'intramontabile Colgate si rinnova e lancia sempre in quei giorni una fortunatissima campagna pubblicitaria troneggiata dallo slogan-jingle dal sapore pseudo-pirandelliano Ti spunta un fiore in bocca !, destinato a diventare (purtroppo negativamente, in quanto atto ad alludere alle terribili armi P.38) proverbiale:
Carosello non manca all'appello, aprendosi quella sera con due shorts assai interessanti: la galleria dei campioni dello sport presentata dall'Ovomaltina (la troupe guidata da Vieri Bigazzi si trasferisce all'Estadio Nacional di Lisbona per incontrare Eusebio Da Silva Ferreira, la pantera nera, fuoriclasse del Benfica) e uno strano comunicato per la cera Emulsio della Sutter, evidentemente di valenza internazionale (vi partecipa un non meglio precisato attore nordamericano che parla nella propria lingua - forse Harold Null -), per la regia di Franco Corona, subentrato ai fratelli Paolo e Vittorio Taviani: sulle note del Theme from Shaft di Isaac Hayes (che fra pochi giorni vincerà due Oscar, sia come miglior colonna sonora che come miglior canzone originale) ha luogo la sfilata di alcuni gioielli.
E' Pasqua e la classica Colomba Motta, presente sul Secondo in Intermezzo, viene pubblicizzata con un bellissimo slogan:
Serata abbastanza particolare: il Nazionale rinuncia, ovviamente, a Teatro 10, ma comunque l'annunciatrice di turno comunica che il nuovo appuntamento fisso con il varietà di Falqui sarà la domenica, a partire dal giorno 9, evidentemente per consentire una maggior partecipazione dei giovanissimi al Pinocchio di Comencini, anticipato a sabato.
Così, al posto delle Parole, parole... di Mina e Alberto Lupo, giunge al termine la replica del Processo a Gesù di Diego Fabbri, lavoro teatrale del 1955 presentato in un allestimento del '67 di Gianfranco Bettetini con la collaborazione del Teatro San Bàbila di Milano e trasmesso per la prima volta durante il Triduo Pasquale dell'anno successivo.
Questo Processo a Gesù ha in realtà un senso molto diverso da un'abituale sacra rappresentazione: esso è un pretesto per interrogarsi su duemila anni di persecuzioni ai danni degli ebrei, forse provocate proprio dalla diffusione del cristianesimo. Ad ogni modo, il dibattimento presieduto da un intellettuale di nome Elia cerca di dare voce a pareri sia favorevoli che contrari al ruolo di Salvatore da parte del vero (o presunto) Messia.
Purtroppo sono assenti da YouTube gli estratti filmati di questa versione televisiva della pièce di Fabbri (che comunque non dovrebbe essere stata cancellata dall'archivio RAI, fors'anche perchè si rese quasi subito necessario un rifacimento essendo andata ben presto presumibilmente persa la prima edizione per il piccolo schermo, curata nel 1963 da Sandro Bolchi). Ci affidiamo allora alla parola scritta, evidenziando i passi più salienti di quel secondo atto ritrasmesso, appunto, la sera del Sabato Santo del 1972:
ELIA (...) Mi ero illuso che continuando a tener viva la memoria di questo Personaggio Supremo e a domandare una testimonianza a voi, cristiani di oggi, non solo saremmo riusciti a trovare una soluzione al dilemma di un nostro antico e smisurato errore, ma saremmo perfino riusciti a suscitare una prova imprevista che ci avrebbe aperto una strada nuova per intendere quell'annuncio.. Purtroppo l'attesa rivelazione non si è ancora manifestata, almeno ai nostri occhi. E se devo concludere che la mia impresa rischia, oramai, di sembrare, e forse di essere, soltanto la mania senile di un mistico ebreo, devo anche prendere atto (...) che il mondo cristiano non sembra aver abbracciato il messaggio di Gesù di Nazareth in modo talmente vivo ed evidente da rivelarlo nella sua vita. Forse la vera civiltà cristiana deve ancora incominciare... - può essere - : forse siamo ancora nei secoli dei "primi cristiani" - anche questo può essere... - : io, però, chiamato stasera, forse per l'ultima volta, a pronunciare il nostro giudizio, dico - ancora... (apre macchinalmente il libro che ha in mano)... che Gesù di Nazareth fu appeso alla croce per ordine del Procuratore Romano perchè con le sue magie aveva sedotto e sviato il popolo d'Israele.
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IL CONTRADDITTORE BONARIO (...) Gli uomini che ascoltarono la prima volta Gesù, che "preparazione" avevano ? Forse meno di quella che abbiamo noi. Non Le pare ? O Lei crede che la dottrina di Gesù sia come una scienza che ha bisogno di uno studio speciale per essere interpretata ? Io credo di no ! A me pare chiara, evidente. Mi sbaglierò, ma sono persuaso che tutti possano intenderla a prima vista. Tutti: i colti e gli ignoranti.
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PRIMO SPETTATORE (...) Ci abbiamo mai pensato a quel che potrebbe succedere se davvero ascoltassimo quegli ordini ? "Amatevi l'un l'altro come fratelli", "se ti colpiscono una guancia offri - offri ! - anche l'altra". E senza ma o però o nel caso che. No ! Non è mai scritto che in certi casi particolari, di fronte a certe circostanze la guancia non la devi più offrire. Sempre. Ragione o torto. Sempre. (Mormorii) E' dura, eh ! Lo so. Ma è così. E' un ordine. Nemmeno sulla ricchezza ci sono eccezioni: "da' tutto ai poveri - tut-to ! - vieni e seguimi". Non dice: "dai tutto meno un po', meno quello che ti serve": no, tutto - E sulla pace ? Deve essere la pace. Intera. Sempre. E basta. Anche se mi colpiscono e ho un'arma in tasca, non devo usarla. Perchè ? Ma perchè devo cambiare il mondo solo con l'amore. A colpi di amore. Senza limiti. I cristiani sono questo. Sarebbero !
IL CONTRADDITTORE BONARIO Eeeh ! Magari ! Però se si applicasse alla lettera sarebbe una utopia bella e buona, con i tempi che corrono.
PRIMO SPETTATORE Perchè utopia ? Se nessuno ci ha ancora provato ! Quel che succede con le guerre, con le violenze, con le rapine, con i piani politici, non lo chiamiamo utopie, no: lo chiamiamo realtà. E lo sappiamo tutti quello che è: qualcosa di mostruoso, di veramente mostruoso. - Quello che succederebbe con l'amore, con la pace assoluta a tutti i costi, non lo sa nessuno, noi non lo sappiamo ancora perchè in duemila anni di storia cristiana è un'esperienza che non è stata mai fatta. E forse perchè tutti abbiamo creduto che fosse un'utopia, e si è preferito - ragionevolmente restare dentro la realtà. Ma Lei, Loro, sono contenti di questa realtà ? Io no. Ma... (si interrompe) ho finito.
IL CONTRADDITTORE BONARIO Ma Lei, scusi, chi è ? Prima Gliel'hanno chiesto e Lei ha cambiato discorso. Perchè si tira indietro ?
UNA VOCE Ma sarà il Papa
PRIMO SPETTATORE Dal momento che volete proprio saperlo, sono un sacerdote, diciamo un Prete.
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L'INTELLETTUALE (...) "Come mai in un mondo che si dice e si crede cristiano, non si vede o si vede troppo pallidamente la presenza di questo Cristo ?" Signori miei: la traccia che ha lasciato è troppo scarsa, troppo tenue perchè si possa ragionevolmente credere che è la traccia lasciata, impressa nientemeno che da un Dio ! Basta che ci si guardi attorno...
SACERDOTE Perchè vuol guardarsi attorno ? Guardiamo piuttosto entro le cose, entro noi stessi !
L'INTELLETTUALE Guardiamo pure, se vuole. Lei le trova cristiane le opere, diciamo pure le intenzioni di questo mondo ? Mi accontenterei - vede - che soltanto le intenzioni fossero cristiane: che cioè si partisse dall'amore e si fosse poi trascinati nell'odio: che ci si muovesse apertamente verso la pace e poi ci si trovasse condotti a fare la guerra. Potrei concludere che è una oscura fatalità che piega al male, la buona volontà dell'uomo plasmato a nuovo dal messaggio di Gesù. Invece no. Nemmeno l'intenzione buona io riesco a trovare. Non trovo l'uomo nuovo, non trovo il cristiano ! E' proprio l'uomo che non è cambiato nonostante il passaggio di Cristo ! E' l'uomo che non cambia ! E' questo il fatto spaventoso, disperante che rende questo "processo" perduto per la causa di Cristo, perduto senza possibilità di appello. Gesù di Nazareth non solo non riuscì, allora, a cambiare la viltà di Pietro, la gelosia di Giovanni, la doppiezza di Giuda, ma non è riuscito poi, nei secoli, a mutare la cieca incredulità degli uomini.
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ELIA (...) non so ancora se Gesù di Nazareth sia stato veramente quel Messia che noi aspettavamo... non lo so... ma è certo che Lui , Lui solo, alimenta e sostiene da quel giorno tutte le speranze del mondo ! E io lo proclamo innocente... e martire... e guida...
Sul Secondo va in onda il lungometraggio - documentario che Jacques-Yves Cousteau (le cui trasmissioni televisive proprio in quel periodo vengono sovente diffuse dalla RAI) ebbe modo di girare nel 1964, subito dopo una missione subacquea da lui compiuta con la sua equipe scientifica negli abissi del versante sudanese del Mar Rosso (più precisamente presso l'atollo corallifero Shab-roumi), partendo da Nizza a bordo di un dragamine ormai in disuso della US Navy (cioè la Marina statunitense), il Calypso. Coprodotto da Francia e Italia e distribuito in tutto il mondo dalla nordamericana Columbia Pictures, Il mondo senza sole vinse il Premio Oscar nel 1965 quale miglior documentario cinematografico e ancor oggi, se può forse apparire superato sotto il profilo degli effetti visivi, conserva comunque un proprio, indiscutibile fascino. Godiamocelo per intero nella versione in lingua inglese, la sola che siamo riusciti a reperire su YouTube:
Ancora un momento per vedere (presumibilmente) i riflessi filmati del successo del Cagliari sull'Internazionale per 2 a 1 nell'anticipo disputatosi nel pomeriggio al Sant'Elìa della 24ma giornata del campionato di calcio di Serie A (anticipo chiesto dai lombardi che mercoledì dovranno ospitare il Celtic di Glasgow per la semifinale di andata di Coppa dei Campioni), con goals di Bonimba su rigore, immediato pareggio di Rombo di Tuono nel primo tempo e rete decisiva nella ripresa della riserva di lusso cagliaritana Mario Brugnera (i succitati soprannomi sono, per i non iniziati e i più giovani, quelli appioppati da Giuanin Brera rispettivamente agli ex-compagni di squadra Roberto Boninsegna e Gigi Riva), e poi, come ogni notte...
I programmi sono finiti... il pubblico si divide tra chi si avvia verso le chiese per la veglia pasquale e chi preferisce fare già la nanna... e chiudiamo anche noi questo post imperniato sulla TV del 1° aprile 1972, sperando che esso sia stato come sempre di vostro gradimento.
Vi ringraziamo per l'attenzione e vi diamo appuntamento al prossimo intervento, senza dimenticare il...
LUNARIO DEI GIORNI DI TELE
di
Cesare Borrometi
La TV degli anni d'oro come non è stata mai narrata
Con il passare degli anni crescono sempre più la nostalgia e l'interesse per la vecchia TV di qualità: appositi canali digitali, siti Internet dedicati, pubblicazioni periodiche, tanto nelle edicole quanto nei negozi specializzati; DVD contenenti, tutte o in parte, storiche trasmissioni di ieri, libri a carattere storico-rievocativo godono
di un pubblico scelto, appassionato e spesso anche esigente. Eppure c’era una
lacuna da colmare: un almanacco, un lunario che raccogliesse, giorno per
giorno, una vasta gamma di programmi di quel periodo d’oro, dal varietà allo
sceneggiato, dalla pubblicità all’informazione, dalla TV dei ragazzi al teatro
e alla cultura, lo sport e via dicendo. In tutto 366 titoli, uno per ogni
giorno dell’anno, scelti in base alla relativa data di trasmissione (o di
inizio serie per i programmi a puntate) o ad eventi particolari atti a determinarne
il successo, e corredati da schede tecniche, presentazioni e commenti. Questa
lacuna viene oggi colmata da Cesare Borrometi, ideatore di una formula che
senz’altro cambierà il modo di gestire la storiografia sull’argomento: fermo
intendimento dell’autore è di produrre nel tempo ulteriori libri del genere,
fornendo all’appassionato, allo studioso e al curioso un panorama il più
possibile preciso dei giorni, dei mesi e degli anni che hanno visto sbocciare
trasmissioni e personaggi di fama del “piccolo schermo" da riscoprire e rivalutare.
MEF Firenze Libri - Pagine: 330
Prezzo: Euro
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Presentato a:
CHIVASSO (TO)
NOVEGRO (MI) - nell'ambito
di VINILMANIA
NOVARA
... e presto anche in altre
città italiane...
città italiane...
Recensito da:
MARIANO SABATINI (Metro)
ALESSANDRA COMAZZI (La Stampa)
CETTY AMENTA (La Sicilia)
...ed ora anche
DAVIDE CAMERA (CD News)
Da Lunedì 15 aprile
CESARE BORROMETI
ospite per tre puntate di
MASSIMO EMANUELLI
nella rubrica settimanale
L'ANGOLO DELLA SCUOLA
diffusa da varie radio web ed FM
Un caro saluto a tutti da
CBNeas
3 commenti:
Per prima cosa, carissimo Cesare, ti ringrazio per aver citato il mio articolo sugli speakers da te gentilmente pubblicato nel tuo blog che non mi stanco mai di lodare con effusione. Degli speakers della nostra TV, Alberto Lori era sicuramente quello che gradivo di meno per il suo stile algido, quasi inquietante, privo del calore paterno di Gigi Carrai o dell'esotico charme di Marco Raviart. In ogni caso, non possiamo non lodarne la professionalità impeccabile e la perfetta pronuncia della nostra lingua, tanto da aver pubblicato per i tipi della ERI - Edizioni RAI un volume che è un corso di dizione ad alto livello, "Speaker", corredato di un CD in cui possiamo ascoltare la voce del Nostro trasformato, per l'occasione, nel più autorevole dei docenti.
Nel ricco palinsesto del 1° aprile 1972 ho notato con piacere la presenza del carosello Emulsio con il tema di "Shaft", a conferma dell'abituale stile della Casa svizzera volta a dare di sé un'immagine di alta classe internazionale. Era quello un momento molto delicato per la Sutter, che doveva cercare di pubblicizzare i suoi prodotti con lo spettro della recente tragedia di Milena, la figlia di Arturo Sutter rapita e uccisa nel 1971. Con molta lungimiranza la Sutter riuscì a non perdere colpi sul mercato, puntando sull'esaltazione della qualità dei suoi prodotti vuoi paragonandoli a dei gioielli come nel carosello proposto, vuoi avvalendosi nientemeno che del re dei pigmalioni Roger Vadim, capace di trasformare una donna qualsiasi in una diva del cinema allo stesso modo in cui la cera Emulsio avrebbe reso splendente il più malandato dei pavimenti.
Per un momento, caro Cesare, ho avuto paura che nel videoclip di Carosello ci fosse il siparietto del formaggino Mio intitolato "L'amore della mamma", che già allora riusciva a crearmi terribili angosce. Avevo dieci anni e mia mamma, dopo quattro anni dal primo intervento, stava per subirne un altro di gravità persino superiore. Quel carosello, con il languido coretto femminile che accompagnava il bimbo impegnato, per esempio, ad ascoltare una fiaba nel mangiadischi, mi metteva un'infinita tristezza pensando a quanto sia importante la mamma nella fascia più tenera d'età e a quanto terribile sia la sua perdita. Purtroppo, di lì a tredici anni, a un pugno di esami dalla mia laurea, le paure di allora divennero tragica realtà ed è per questo che evito di parlare di quel carosello o di ricordarne il jingle anche solo con la mente. Ti prego di scusarmi per questo riferimento personale, caro Cesare, ma tu sai che la storia della TV è parte integrante della mia vita e forse è proprio per questo inscindibile connubio che tu e gli altri cari amici del blog apprezzate sempre con la massima generosità ogni mio scritto. Ritorniamo allora a più sereni lidi parlando del dentifricio Close-Up, da pronunciare come è scritto e non "Clos-Ap" come si dovrebbe nella lingua di Shakespeare. Il primo tipo, in gel rosso, aveva uno spiacevole sapore di medicina mentre il successivo, di colore verde, era decisamente più gradevole. Entrambi i dentifrici, nel settembre del 1972, ebbero l'onore di un tenero carosello intitolato "Il momento più bello", dedicato al racconto dell'imprevisto amore che nasce tra la ragazza protagonista della storia e un bel ragazzo conquistato dal suo fresco sorriso. Tema evidentemente caro anche a prodotti concorrenti, come il citato slogan "Ti spunta un fiore in bocca" della Colgate di cui ricordiamo il folle jingle:
"Con Super Colgate tu sei sicura
porti in giro la freschezza-a
a chi sta vicino a te.
Perché perché perché
ti spunta un fiore in bocca!".
E dalla bocca della fanciulla si diramavano nuvolette di fiori...Sorvoliamo sulle versioni apocrife da sottocultura adolescenziale e sulle deformazioni terroristiche trasudanti un agghiacciante "humour" nero, purtroppo in linea con lo spirito degli "anni di piombo" di cui il 1972 è uno dei più sanguinosi.
Sai, Sergio, che proprio giorni fa ripensavo a "L'amore della mamma" e all'ipotesi di doverlo rivedere presto in DVD ? La mia mente ricordava perfettamente quella patetica musica e, ripensandoci, trattenevo a fatica le lacrime. Anche a me dava fastidio allora come (e ancor più, forse) oggi.
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