domenica 2 gennaio 2011
Giovedì 2 gennaio 1958
TELEVISIONE
la TV dei ragazzi
17,00 Dal Teatro del Convegno in Milano diretto da Enzo Ferrieri
ZURLI', MAGO DEL GIOVEDI'
Fantasia teatrale di indovinelli animati a cura di Cino Tortorella
Ripresa televisiva di Cesare Emilio Gaslini
ritorno a casa
18,30 TELEGIORNALE
Edizione del pomeriggio
In studio Edilio Tarantino
18,45 VECCHIO E NUOVO SPORT
19,00 PASSAPORTO
Lezioni di lingua inglese
a cura di Jole Giannini
19,25 UNA RISPOSTA PER VOI
Colloqui di Alessandro Cutolo con gli spettatori
19,40 VIAGGI MUSICALI
Canzoni e ritmi di tutto il mondo
Rasma Ducat, Florian Zabach, Jula De Palma, Tito Guizar, Marino Marini
20,00 LA TV DEGLI AGRICOLTORI
Rubrica dedicata ai problemi dell'agricoltura a cura di Renato Vertunni
ribalta accesa
20,30 TELEGIORNALE
Edizione della sera
Direttore Massimo Rèndina
In studio Riccardo Paladini, Ugo Zatterin e Gianni Granzotto
20,50 CAROSELLO (Pavesi - Martini & Rossi - Macchine da cucire Singer - Vidal Profumi)
21,00 LASCIA O RADDOPPIA ?
Programma di quiz presentato da Mike Bongiorno
Realizzazione di Romolo Siena
22,00 LO STATO SIAMO NOI
Il Parlamento
Realizzazione di Sergio Sòllima
22,20 RITRATTO D'ATTORE
Gary Cooper
a cura di Fernaldo Di Giammatteo
22,50 TELEGIORNALE
Edizione della notte
In studio Riccardo Paladini
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Il 1958 segna una nuova tappa nella vita della Televisione Italiana. Così il Radiocorriere
, nel numero natalizio del 1957, annuncia l'importante innovazione che la RAI ha in serbo sin dall'imminente Capodanno, una struttura più organica e ordinata del palinsesto dell'ancor unico canale video. D'altronde, ormai le antenne coprono praticamente tutte le case (e non solo) d'Italia, Isole comprese, per cui è giusto intraprendere la strada di una maggiore regolarità, venendo incontro alle esigenze di tutti e classificando quindi le trasmissioni quotidiane in specifici blocchi dedicati. Ecco quindi La TV dei ragazzi alle 17, Ritorno a casa nel tardissimo pomeriggio e Ribalta accesa dall'edizione principale del TG fino a quella conclusiva.
A proposito di TG, proprio con il Capodanno del '58 (come già dicemmo in altri post pertinenti) nasce l'edizione del pomeriggio, una prima, rapida scorsa sui fatti quotidiani che saranno approfonditi nel dettaglio alle 20,30 e aggiornati alle 23,00 circa. Quasi a suggellare l'aria di novità rappresentata da questo notiziario in onda intorno alle 18,30, viene chiamato un nuovo lettore, un professore di Lettere originario di La Spezia ma trasferitosi da tempo a Roma: Edilio Tarantino.
Da questo momento il presente post userà come guida il testo del succitato articolo pubblicato dal Radiocorriere (n. 51/1957, pag 3-4), firmato da un altro grande, Jader Jacobelli. Tale lettura sarà opportunamente interrotta dalle nostre finestre esplicative, con tanto di inserti filmati, per respirare idealmente insieme l'aria che tirava sul video quel giorno di 53 anni fa precisi:
Il 1958 segnerà una tappa importante nella vita della Televisione Italiana. Il completamento della rete e degli impianti tecnici, le esperienze, tanto le positive che le negative, compiute in passato, le sistematiche inchieste condotte dal Servizio Opinioni sulle preferenze del pubblico e il contributo di una critica divenuta sempre più esperta e costruttiva, hanno accelerato quel processo di sviluppo che in altre televisioni, pur nate prima della nostra, non è ancora terminato. Col 1958 si chiude infatti un periodo pur ricco di risultati e se ne apre uno nuovo che si potrebbe definire della produzione organica.
L'aspetto più importante di questo passaggio è rappresentato da un aumento delle ore di trasmissione, dalla determinazione della settimana-tipo e da una nuova articolazione della giornata televisiva.
Le ore di trasmissioni, che erano già aumentate di anno in anno, saliranno nell'anno nuovo a 46 alla settimana, una quota fra le più alte nella orografia televisiva d'Europa e tale da imporre alla direzione tecnica e a quella artistica uno sforzo eccezionale.
Ma questo è soltanto l'aspetto quantitativo del ridimensionamento del 1958. Il fatto nuovo, quello che rappresenta il risultato di un approfondimento delle esigenze medie della famiglia telespettatrice italiana, dei suoi gusti, delle sue abitudini di vita, è il disegno della settimana-tipo che consente di dosare i vari generi dei programmi secondo un criterio razionale e non casuale, di collocarli nella giornata e nell'ora più proprie in modo che ognuno sappia, quasi a memoria, in quali giorni e in quali ore della settimana troverà sempre le sue trasmissioni preferite e in quali, invece, potrà disporre altrimenti del suo tempo libero che non può e non deve essere assorbito dalla televisione. Per alcuni programmi questo criterio era stato già adottato. Visto che si è rivelato valido, ora lo si estende a tutti i programmi, salvo le eccezioni che vi potranno essere quando avvenimenti o necessità tecniche, ora imprevedibili, le dovessero imporre.
Finora l'annunciatrice ci augurava con un bel sorriso il suo buon pomeriggio alle 17,30. Fino a quell'ora i ragazzi giocavano. Poi non si riusciva più a staccarli dal televisore se prima non ricompariva l'annunciatrice a comunicarci che le trasmissioni pomeridiane erano terminate. L'orologio non segnava mai meno delle 18,30 - 19,00. I genitori conoscono bene questa situazione imbarazzante e ce l'hanno descritta in lettere così vive che non si poteva non tener conto dei loro suggerimenti, delle loro raccomandazioni, dei loro appelli. E' stata presa così la decisione di anticipare alle 17 l'inizio delle trasmissioni per i ragazzi nei giorni feriali e di concluderle cronometricamente alle 18 in modo che il pomeriggio da dedicare allo studio non sia compromesso dal pomeriggio televisivo, ma quesato, anzi, integri o comunque contribuisca alla buona riuscita di quello. Ma se alle 18, pur terminando i programmi per i nostri figli, le trasmissioni fossero continuate, si sarebbe rinnovata ogni giorno, sempre con risultato incerto, la lotta per trasferire i ragazzi dalla sedia posta davanti al televisore a quella posta innanzi al tavolo di studio. Si è ricorsi perciò ad un sistema militare antico: quello di creare una specie di fossato fra le trasmissioni per i ragazzi e quelle pomeridiane per il resto della famiglia. Quel vallum è la mezz'ora di intervallo posta fra le une e le altre nei giorni feriali. In quella mezz'ora padri e madri, o chi ne fa le veci, potranno organizzare lo studio dei loro figli senza che la televisione, sirena elettronica, intralci col suo richiamo la disciplina familiare. I ragazzi, nello studio, sono come certe macchine che stentano a mettersi in moto, ma che una volta partite continuano, bene o male, ad andare avanti quasi per inerzia.
Perchè non sorgano più equivoci su ciò che viene trasmesso di proposito per i giovani e ciò che invece è destinato agli altri telespettatori, l'ora che va dalle 17 alle 18 avrà una sua denominazione precisa, La TV dei ragazzi, con una sua sigla fissa d'apertura e di chiusura. E in quell'ora la programmazione sarà completa nel senso che verranno trasmessi programmi di tutti i generi, creati però tenendo conto del particolare pubblico a cui sono diretti: prosa, cinema, varietà, riprese esterne, sport, giuochi, educazione civica e divulgazione culturale. Soltanto la domenica sarà calato sul fossato un ponte levatoio perchè di domenica, sospese le preoccupazioni scolastiche, i ragazzi possono continuare ad assistere alle trasmissioni del secondo pomeriggio. Il ponte è costituito da una rubrica di varia cultura.
Ci inseriamo una prima volta: il 2 gennaio del 1958 è un giovedì, per cui il pomeriggio dedicato ai giovanissimi non può non essere appannaggio di Cino Tortorella. Il suo programma, Zurlì, mago del giovedì, ripreso direttamente dall'oggi scomparso Teatro del Convegno di Milano e della cui genesi vi parlammo nel febbraio scorso, richiama sempre più l'attenzione dei piccoli telespettatori, alcuni dei quali vengono direttamente invitati sul palco a cantare canzoncine o (come in questo caso) a recitare gustose poesiole (bei tempi, quando a scuola - non importava che fosse materna o elementare - veniva tenuta in esercizio la memoria proprio facendo ricorso ai versi !):
La parola di nuovo a Jader Jacobelli:
Un'altra novità della settimana-tipo è la ripresa delle trasmissioni alle 18,30 e la loro prosecuzione ininterrotta fino alle 23,30 circa. Le indagini compiute e documentate nel Quaderno numero 1 del Servizio Opinioni, edito dalla ERI( La Televisione e il suo pubblico) hanno dimostrato che la frequenza di ascolto nel secondo pomeriggio (18,30-20.30) è più elevata di quanto in principio si potesse pensare, specie in provincia e nelle zone rurali e montane. Sono le ore in cui quasi tutti i lavoratori tornano a casa ben disposti a vedersi qualche programma, soprattutto di carattere informativo, documentario e culturale. A questo periodo è stato dato appunto il titolo di Ritorno a casa. Si aprirà sempre con una nuova edizione del Telegiornale, che diventerà la prima della giornata, e proseguirà con rubriche di attualità e di cultura e con programmi musicali, teatrali, cinematografici e di varietà.
Subentriamo nuovamente noi per sottolineare come e qualmente la fascia oraria tardo - pomeridiana di quel giovedì 2 gennaio 1958 sia molto ricca. In un'ora e tre quarti trovano posto un documentario sportivo, il grande ritorno del Professor Cutolo (che ha appena fondato l'ottimo mensile Historia) con la nuova serie di Una risposta per voi, poi il programma per gli agricoltori, ma soprattutto due appuntamenti molto diversi, ma egualmente graditi. Intendiamo parlare dapprima della professoressa milanese Jole Giannini, già da tempo tele - docente di lingua inglese in Passaporto, rubrica condotta in maniera gradevole, moderna e mai barbosa (presto prenderà il via pure un analogo corso di francese a cura di Jean Barbet, ma non avrà lo stesso successo), con scenette esplicative delle varie regole e dei modi di dire tipici della lingua d'Albione (e più tardi pure di quella gallica) e la colorita partecipazione di due pupazzetti che rappresentano gli allievi meno studiosi, Lazy Bill e Polly, e poi di un programmino musicale che riesce a fondere interventi in studio di artisti italiani della canzone con filmati che vedono in scena i loro colleghi stranieri. Quella sera appaiono, tra gli altri, cantanti e musicisti leggeri oggi scomparsi, ma finiti da tempo nell'oblio: stasera noi del Focolare li rammentiamo ai nostalgici e li facciamo conoscere ai più giovani, a molti dei quali, per fortuna, non sfugge affatto quel vintage touch che nel variegato mondo delle sette note, oggi caduto un po' in disgrazia, è sinonimo di qualità. Ecco un violinista e (occasionalmente, come nel brano che vi stiamo per far ascoltare) vocalist austro - statunitense, Florian Zabach, alle prese con un delizioso pezzo di Leroy Anderson, The waltzing cat (con tanto di miagolii riprodotti dall'archetto):
Altra vedette internazionale allora ben nota ovunque è un cantante messicano, vero e proprio ambasciatore delle travolgenti melodie provenienti dal Paese più settentrionale dell'America Latina: Don Tito Guizar. Eccolo con una celeberrima canzone dedicata a una grande e attraente città messicana e destinata ad essere ripresa, sempre in spagnolo, nel 1963 dal grande Elvis Presley nel film L'idolo di Acapulco: Guadalajara.
Finiamo i Viaggi musicali trasmessi in TV 53 anni fa con una proposta nostrana, in anni in cui la canzone italiana moderna non manca di fare proseliti nel mondo. Fra poche settimane arriverà Volare ! e Domenico Modugno si ergerà nel blu, dipinto di blu di gran parte dei cieli dei due emisferi, ma comunque già allora vi sono dei nomi italiani sulla bocca di tutti, vedi Nilla Pizzi, Renato Carosone, Narciso Parigi, Katyna Ranieri e soprattutto (più in Europa che in America) Marino Marini. Il pianista maremmano di nascita e napoletano di adozione vende molti 78, 45 e 33 giri in Francia, Belgio, Germania e Inghilterra (pare che il padre di un ragazzotto liverpolitano di nome Paul McCartney ne sia costante acquirente): evidentemente il suo sound, un cocktail di ritmi moderni, tradizione partenopea e melodie dal sapore confidenziale è davvero senza frontiere, così come l'esito della celeberrima La più bella del mondo, uscita nel '56 ma esplosa definitivamente l'anno successivo (complice pure l'ottima versione del cubano trapiantato a Milano Marino Barreto):
Chiusa la parentesi musicale, torniamo all'articolo di Jader Jacobelli, atto a illustrare le novità di una programmazione televisiva 1958 più ragionata che mai:
Se le definizioni non fossero sempre un po' parziali, potremmo dire che la funzione educativo - sociale della TV si svolgerà soprattutto dalle 18,30 alle 20,30, così come la sua funzione ricreativo - spettacolare sarà svolta soprattutto con i programmi della sera. E' chiaro che nella concretezza della programmazione le due funzioni non si svolgono separatamente, come se fossero estranee l'una all'altra, ma si integreranno reciprocamente. Così in Ritorno a casa troveranno posto anche programmi ricreativi e, nella serata, che avrà il titolo di Ribalta accesa, oltre ai programmi largamente spettacolari saranno trasmesse rubriche di grande impegno educativo - sociale.
Naturalmente, a fare da preludio al clou serale è l'immancabile Carosello pubblicitario. Scorrendo la scaletta dei quattro shorts in programma quel giovedì, in attesa di Lascia o raddoppia ? (il quiz di Mike che proprio in quel periodo inaugura la formula di Sfida al campione, ossia la possibilità data ai telespettatori interessati di misurarsi con qualche storico campione del mitico telequiz affrontandolo sulla stessa materia: famoso il caso del Maggiore Detti, rivale delle gemelle fiorentine Appiotti, esperte di mitologia greca e oggetto di una celeberrima parodia di Tognazzi e Vianello in Un,due,tre), troviamo un grande classico, il Dura minga animato da Ernesto Calindri e Franco Volpi per la China Martini e che è una versione aggiornata di una scenetta radiofonica del periodo fascista, cavallo di battaglia di Umberto Melnati e Vittorio De Sica (eccone un breve frammento):
Lo sketch di Calindri e Volpi da noi prescelto, con tanto di codino cantato sulle note de Il Visconte di Castelfombrone (quel jingle che tutti conosciamo), è un dialogo dedicato alle primedonne del teatro lirico, con allusioni alle due grandi rivali del periodo, Maria Callas e Renata Tebaldi. La nostra non è una scelta casuale, se pensiamo che proprio la sera del 2 gennaio 1958 la Callas, protagonista della Norma di Bellini al Teatro dell'Opera di Roma, al cospetto del Capo dello Stato Italiano Giovanni Gronchi, prende la decisione di abbandonare lo spettacolo dopo il primo quadro del primo atto, per ragioni rimaste misteriose e ancor oggi inspiegabili: eppure la sua esecuzione della Preghiera alla Luna (Casta diva ) era stata comunque all'altezza della situazione (e dire che, in un programma televisivo in Eurovisione andato in onda il 31 dicembre in contemporanea nel Vecchio Continente, la Maria aveva dato lustro al contributo italiano proprio con quest'aria, interpretata con l'accompagnamento del complesso sinfonico e corale RAI romano diretto da Mario Rossi e Nino Antonellini). Rivediamo allora Calindri, Volpi e il loro Dura minga rivolto al mondo dell'opera (e dintorni):
Finisce così il primo post del Focolare targato 2011. Ci avviamo a grandi passi verso la festa del primo compleanno del nostro blog, prevista per il 18 gennaio: prima di quella data non mancheremo di darvi ulteriori ragguagli su qualcosa che è allo studio a tal riguardo. A proposito di iniziative, purtroppo è saltata l'operazione - ponte con Facebook che doveva svolgersi ieri, primo dell'anno, per sopraggiunte cause di forza maggiore, ma l'idea non è stata certo gettata via e sarà anzi rilanciata di sicuro in breve tempo, comunque in modo molto simile a come era stata pensata per salutare, appunto, questo 2011 che ci auguriamo molto meno complesso, in tutto e per tutto, dei dodici mesi appena trascorsi.
Buona serata a tutti e... a rileggerci presto !!!
CBNeas
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5 commenti:
Post davvero simpatico, di un blog che ho appena scoperto e che seguirò assiduamente.
Sono un baby boomer, conosco e ricordo bene la tv di quegli anni.
Stupefacente, vista oggi, la decisione di stoppare per mezz'ora la programmazione pomeridiana, motivata con l'esigenza di non distogliere i ragazzi dallo studio (!).
Jacobelli parla, tra l'altro, della nascita della "Tv dei Ragazzi", con una sigla propria di apertura e chiusura. Credo che la prima sigla sia la seguente, anche se su YouTube viene erroneamente datata al 1970:
http://www.youtube.com/watch?v=SE0eKl03IiE
Per Giovanni Capozzi: la sigla della TV dei Ragazzi girata a Villa Borghese dovrebbe essere del 1959: essa è stata inserita nel presente blog a proposito dei programmi TV del 27 agosto 1961, poche settimane prima che venisse sostituita da quella, leggendaria e di difficilissima reperibilità, dei pupazzetti di cartone che si tenevano per mano. Inizialmente, però, attenendomi a quanto scritto sui giornali dell'epoca, era stata usata una sigla (mai vista e assolutamente introvabile) con l'immagine di un robot semovente.
Ho ritrovato la sigla "Trenino" scorrendo a ritroso questo interessantissimo blog. Rapido off-topic: un trenino del genere esisteva anche nella Villa Comunale di Napoli, dove è stato in servizio fino al 1964. Quanto alla sigla "Robot" la risposta di CBNeas1968 ha fatto scattare in me un ricordo: di questa primissima sigla della Tv dei Ragazzi mi parlarono tanti e tanti anni fa i miei genitori. Sono nato nel 1958 e ricordo benissimo la sigla "Pupazzetti", non ho alcun ricordo, per evidenti motivi ;-), delle altre due sigle. Ma da piccolo mi affascinava tantissimo questa misteriosa sigla col robottino, della quale sembra non siano rimaste tracce e nemmeno immagini.Già da bambino mi affascinava tantissimo la paleologia catodica e l'avvio del programma Ieri & Oggi (forse nel 1967, originariamente nel tardo pomeriggio, se ricordo bene) fu una vera delizia.
"Ieri e oggi" esordì nel novembre del 1967, ma in seconda serata, sul Secondo Canale. Ad ogni modo vi furono repliche pomeridiane di quella prima serie nell'estate del '68, la domenica.
Su "Ieri e oggi": ho rivisto recentemente su Raistoria le primissime puntate, che erano composite e con un sacco di ospiti, una specie di "Tv talk" di oggi che però era insieme uno spettacolo con il pubblico. Forse troppo ambizioso, ed infatti fu quasi subito sostituito con la formula semplice dei due o tre ospiti ai quali venivano mostrate le loro performance televisive. Molto meglio, molto più semplice ed infatti la formula ha resistito fino al 1980.
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