martedì 28 settembre 2010
Sabato 28 settembre 1957
TELEVISIONE
16,00 POMERIGGIO SPORTIVO
Ripresa diretta di un avvenimento agonistico
la TV dei ragazzi
17,30 GIRAMONDO
Notiziario internazionale dei ragazzi
17,55 ARRIVANO I VOSTRI
Settimanale di cartoni animati
18,15 LE AVVENTURE DI RIN TIN TIN
Addio a Fort Apache
Telefilm - Regia di Robert G. Walker
Produzione: Screen Gems Inc.
Interpreti: Lee Aaker, James Brown, Joe Sawyer e Rin Tin Tin
18,40 - 19,10 LA TV DEGLI AGRICOLTORI
Rubrica dedicata ai problemi dell'agricoltura, a cura di Renato Vertunni
Edizione pomeridiana
20,30 TELEGIORNALE
Direttore Massimo Rendina
In studio Riccardo Paladini, Ugo Zatterin e Gianni Granzotto
20,50 CAROSELLO (Shell Italiana - Crodo - L'Oreal - Vecchia Romagna Buton)
21,00 ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
di Jane Austen
Riduzione di Edoardo Anton
Con Virna Lisi, Luisella Boni, Enrico Maria Salerno, Franco Volpi, Daniela Calvino, Elsa Merlini, Sergio Tofano, Elio Pandolfi, Vira Silenti, Tullio Altamura, Gino Ravazzini
Regia di Daniele D'Anza
22,00 CETRAVOLANTE
Varietà musicale a cura di Amurri, Verde e Zapponi
Presentato dal Quartetto Cetra
Orchestra diretta da Mario Consiglio
Regia di Gianfranco Bettetini
23,00 RITRATTO D'ATTORE
Vittorio De Sica
23,30 TELEGIORNALE
Seconda edizione
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Nei primi mesi del 1957, l'avvento alla direzione del Telegiornale di Massimo Rèndina (oggi ancora vivente, arzillo e combattivo presidente della sezione romana dell'Associazione Nazionale Partigiani) determina un'impaginazione più moderna dell'ancor nuova testata giornalistica televisiva. A parte il cambiamento della sigla grafica (l'antenna su cui ruota il mappamondo - senza più il logo della Tv di Carboni e Varisco inserito sin dall'inizio e per tutta la durata della direzione di Vittorio Veltroni - destinata ad essere mantenuta, sia pur con qualche aggiustamento, sino al 31 gennaio del 1970), il TG mantiene due punti fermi legati alla precedente gestione, ovvero il popolarissimo Riccardo Paladini come lettore e il quotidiano servizio filmato da New York a cura di Ruggero Orlando, realizzato al TV Broadcasting Center delle Nazioni Unite. Tuttavia vi sono innovazioni più significative e destinate ad essere apprezzate dai telespettatori. Prima di tutto non vi è più un'edizione unica di prima serata, replicata al termine delle trasmissioni quotidiane, bensì una suddivisione per fasce orarie, anche per consentire ulteriori aggiornamenti sui principali fatti della giornata. Difatti, con l'arrivo della primavera (si fa per dire, visto il gran freddo che continua a fare tra il marzo e il maggio del '57 in Italia) nasce un'edizione della notte (inizialmente indicata semplicemente come Seconda edizione) atta a conseguire questo scopo, mentre per il Capodanno del 1958 prenderà il via anche un'edizione del pomeriggio, il cui speaker sarà un professore ligure d'Italiano e Latino trapiantato a Roma, Edilio Tarantino. L'altra novità è la presenza in studio di due giornalisti in grado di spiegare meglio al pubblico le notizie politiche, uscendo da quel lessico così contorto e burocratico che Paladini era finora costretto a leggere. Sono due veneti (un vicentino e un padovano, ma bolognese d'adozione) che hanno all'attivo esperienze sia come giornalisti della carta stampata che in veste di autori di libri (sia romanzi che biografie a carattere storico o politico). Uno è al debutto assoluto al microfono, mentre l'altro era stato corrispondente del Giornale Radio dagli Stati Uniti dalla fine degli anni '40 fino al 1954, quando da Londra giunse nella Grande Mela (per rimanervi a lungo) un altro corregionale, stavolta veronese: Ruggero Orlando. I loro nomi ? Ugo Zatterin e Gianni Granzotto.
Dicevamo prima che Zatterin (che, lo ribadiamo, è vicentino e non veneziano come tutti - oggi anche Wikipedia - credono) è al suo debutto assoluto come telegiornalista. A parte la curiosa dizione (inevitabilmente dall'accento goldoniano e con una pronuncia caratteristica delle sibilanti, elementi sui quali più tardi Alighiero Noschese baserà una fortunata imitazione), Zatterin piace subito perchè i propri commenti non solo sembrano meno ingessati e il più possibile esplicativi delle varie situazioni (come gli capiterà nel '64, quando inviterà i telespettatori a combattere la congiuntura mangiando pure il baccalà e suscitando qualche perplessità in certi ambienti in cui la parola indicante il pesce veloce del Mar Baltico viene tradizionalmente messa all'indice), ma anche rivelano delle posizioni ideologiche un po' diverse rispetto all'andazzo allora dominante in RAI (dalla quale è appena uscito, per prendere i voti e diventare frate trappista, l'ex - Direttore Generale, il torinese Filiberto Guala, cattolico rigoroso): non per niente egli è un socialista convinto. Si, d'accordo: l'avvento del Centro - Sinistra porterà Zatterin a importanti poltrone, come quella della direzione (tra le migliori della storia) del Radiocorriere TV tra il 1966 e il 1969, del Centro di Produzione RAI di Torino fino al 1980 (con un ricco catalogo di programmi televisivi di ogni genere, dai varietà agli sceneggiati, realizzati negli studi di via Verdi) ed infine del TG 2, ricoprendo inoltre, di tanto in tanto, il ruolo di moderatore delle tribune politiche e sindacali, ma tutto ciò non toglierà alcunchè alle reali qualità del professionista, che avrà pure modo di trattare in apposite inchieste alcuni fenomeni molto importanti legati, nel bene e nel male, al boom economico italiano (La donna che lavora nel 1959 e Meridionali a Torino nel 1961, servizi spesso ancor oggi riproposti, tutti o in parte). Solo una volta dovrà arrampicarsi sugli specchi, anche per esigenze pseudo - censorie: nel 1958, con l'approvazione della Legge Merlin che renderà illegali le case chiuse (i volgari bordelli), Zatterin svolgerà regolarmente il proprio commento sull'iniziativa promossa dalla senatrice socialista Lina Merlin, ma dovrà usare un giro di parole tale da non poter pronunciare una sola volta termini come case chiuse e prostituzione, solo due tra le tante parole allora vietate in RAI.
Per capire come questa novità voluta da Rèndina fosse accolta inizialmente con un minimo di diffidenza dallo staff della redazione del TG, basti ricordare un aneddoto di Gianni Granzotto, riferito alla sera del suo debutto in video (il giornalista raccontò questo episodio qualche tempo prima della sua scomparsa, quando era ancora presidente dell'agenzia ANSA - dopo esserlo stato della stessa RAI -, in un'intervista radiofonica rilasciata al Prof. Pier Francesco Listri, collaboratore della sede RAI di Firenze, in occasione di un ciclo celebrativo del primo trentennio televisivo): ''Ricordo che si andava in onda alle otto e mezza: alle sette e mezza, colui che era preposto all'organizzazione del lavoro di redazione per il TG mi telefona e mi dice: Granzotto, è quasi ora di andare in onda ma ancora non ho ricevuto il testo di ciò che tu dirai. Risposi: Io non ho un testo, ma ho solo degli appunti. Se mi date un po' di libertà, me la lasciate, se no sono io che lascio. Convinsi tutti, andai in onda, andò tutto bene e le cose andarono bene nell'arco dei sette anni in cui tenni la rubrica di politica estera nell'edizione serale del Telegiornale ''.
Gianni Granzotto è ricordato dai telespettatori come l'uomo della matita, nel senso che i commenti sui grandi eventi internazionali (citati di striscio perfino da Vasco Pratolini nel suo romanzo La costanza della ragione , ambientato nel 1960: Si udiva il lettore TV bubare di Kennedy, di Nixon e d'Algeria, poi la musica del carosello della pubblicità) vengono da lui accompagnati agitando leggermente una penna o, per l'appunto, una matita. Questo particolare non sfugge agli incorreggibili Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, i quali vorrebbero farne una parodia in Un, due, tre trasformando Granzotto in un rappresentante di penne che cerca di convincere il collega Zatterin a comprargliene qualcuna: i dirigenti RAI, però, bloccano lo sketch e non lo lasciano passare.
Sempre in quell'intervista radiofonica del 1983, Granzotto sottolinea come l'idea della matita fosse nata da lui, per puro caso, una sera e come fosse diventata una curiosa consuetudine: ''Da un giornale era giunta una critica in cui si sottolineava come io, quando andavo in onda, mi stringessi troppo le mani. Io, che non amo gestire (sic !), avevo però paura che la luce rossa della telecamera puntata su di me potesse giocarmi un brutto scherzo, sicchè una sera chiesi al personale di studio se era possibile procurarmi una matita, in modo da poter scaricare ogni tentazione di gesticolazione. Me la diedero, andai in onda, continuai per qualche giorno ancora con questa mia richiesta, finchè i cameramen non vennero ad offrirmi direttamente penne o matite (Dottore, prenda la mia, stasera !) ''..
Zatterin e Granzotto aprono la serie di quelli che il critico televisivo del settimanale L'Espresso, Sergio Saviane, di lì a poco definirà mezzibusti, prendendo spunto dalla più classica inquadratura di un telegiornalista, seduto dietro la scrivania e quindi atto ad apparire dalla cìntola in su, e col tempo sempre più frenato, per ordini di vario genere provenienti dal Palazzo, nell'esprimere pareri personali sulle notizie da lui comunicate ai telespettatori. Se non altro, benchè quelli fossero ancora i tempi dei servizi con i potenti democristiani intenti a posare prime pietre o a tagliare nastri, il TG fine anni Cinquanta - inizio Sessanta, diretto prima da Rèndina e poi da Leone Piccioni, aveva proprio in Zatterin e Granzotto le figure più significative che, pur senza strafare (e non poteva certo essere altrimenti in quel periodo), sapevano persuadere il pubblico con visioni abbastanza dirette di un'Italia che stava vivendo il miracolo economico caldeggiato dalla maggioranza (malgrado le suddivisioni al suo interno, destinate poi a sfociare nel Centro - Sinistra) e un mondo sempre sull'orlo della Terza Guerra Mondiale, fortunatamente evitata grazie alla diplomazia e alla grandezza di personaggi come Kruscev, Eisenhower e soprattutto il successore di quest'ultimo, John Fitzgerald Kennedy.
Purtroppo, l'estate scorsa, il decennale della scomparsa di Zatterin è passato sotto silenzio e inoltre il Tubo non ci fornisce per ora immagini di repertorio di telegiornali con Zatterin e Granzotto (sono pochissimi i documenti che li riguardano oggi disponibili). In compenso, negli archivi della RAI è conservato senz'altro un TG proprio dell'autunno del 1957 (del 31 ottobre, se non andiamo errati). Non sappiamo se sia stato digitalizzato, in modo da vederlo comodamente in Mediateca, ma comunque esso è un prezioso e significativo cimelio.
A tutti voi l'augurio di una buona serata.
A prestissimo ! ! !
CBNeas
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2 commenti:
Ho apprezzato il suo post e le gentili parole di mio padre. Grazie. Mi permetta solo di confermarle che era veneziano. A presto e buon lavoro. marco z.
(marco.zatterin@lastampa.it)
Grazie mille, Dottor Zatterin: sono davvero commosso.
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