mercoledì 25 gennaio 2012

Martedì 25 gennaio 1972 (Radio - Terza e ultima parte)



SERA

PROGRAMMA NAZIONALE

19,10 CONTROPARATA
Programma di Gino Negri
19,30 QUESTA NAPOLI
Piccola antologia della canzone napoletana
19,51 SUI NOSTRI MERCATI

Per il Trentino - Alto Adige
19,15 GAZZETTINO
19,30 - 19,45 MICROFONO SUL TRENTINO
ALMANACCO: QUADERNI DI SCIENZA, ARTE E STORIA TRENTINA
Il cardinale Bernardo Clesio e lo sviluppo urbanistico di Trento
di G.M. Rauzi

Per il Friuli - Venezia Giulia
19,30 - 20,00 TRASMISSIONI GIORNALISTICHE REGIONALI
CRONACHE DEL LAVORO E DELL'ECONOMIA NEL FRIULI - VENEZIA GIULIA - OGGI ALLA REGIONE - GAZZETTINO

Per la Sardegna
19,30 IL SETACCIO
19,45 - 20,00 GAZZETTINO SARDO, edizione serale

Per la Sicilia
19,30 - 20,00 IL GAZZETTINO DI SICILIA, 4a edizione

20,00 GIORNALE RADIO
20,15 ASCOLTA, SI FA SERA
20,20 Marcello Marchesi presenta
ANDATA E RITORNO
Programma di riascolto per indaffarati, distratti e lontani
21,00 GIORNALE RADIO
21,15 Stagione lirica della RAI
IL DEMONE
Opera di Anton Rubinstein
Con Virginia Zeani e Nicola Rossi Lemeni
Direttore Maurizio Arena
Orchestra Sinfonica e Coro di Milano della Radiotelevisione Italiana
Maestro del Coro Giulio Bertola
23,30 OGGI AL PARLAMENTO
GIORNALE RADIO
Al termine:
I PROGRAMMI DI DOMANI - BUONANOTTE

SECONDO PROGRAMMA

19,00 MONSIEUR LE PROFESSEUR
Corso semiserio di lingua francese condotto da Carlo Dapporto e Isa Bellini
Testi e regia di Rosalba Oletta
19,30 RADIOSERA
19,55 QUADRIFOGLIO
20,10 Da Firenze
SUPERCAMPIONISSIMO
Gioco in quattro serate: Salto con l'asta
di Faele e Castaldo
Presenta Paolo Ferrari con Loretta Goggi
Orchestra diretta da Riccardo Vantellini
Regia di Roberto D'Onofrio
21,00 MACH DUE
I dischi di Supersonic
22,30 GIORNALE RADIO
22,40 UN AMERICANO A LONDRA
di Pelham Granville Wodehouse
Riduzione radiofonica di Alessandro De Stefani
Compagnia di prosa di Torino della RAI
Con Mariano Rigillo, Santo Versace, Misa Mordeglia Mari, Alfredo Dari, Mario Brusa
Regia di Massimo Scaglione
23,00 BOLLETTINO DEL MARE
23,05 PING-PONG
Un programma di Simonetta Gomez
23,20 Dal V Canale della Filodiffusione:
Musica leggera
24,00 GIORNALE RADIO
0.06 - 5,59 NOTTURNO ITALIANO

TERZO PROGRAMMA

19,15 CONCERTO DI OGNI SERA
Musiche di Lulli, Boccherini, Weber e R. Strauss
20,25 MUSICHE DI STORACE E CANNABICH
21,00 IL GIORNALE DEL TERZO - SETTE ARTI
21,30 TRIBUNA INTERNAZIONALE DEI COMPOSITORI 1971 INDETTA DALL'UNESCO
Musiche di Naumann, Raxach e Linjama
22,20 DISCOGRAFIA
a cura di Carlo Marinelli
22,50 LIBRI RICEVUTI
Al termine: Chiusura

RADIO SVIZZERA - MONTECENERI

I Programma

19,00 LA TROMBA DI AL HIRT
19,15 NOTIZIARIO - ATTUALITA' - SPORT
19,45 MELODIE E CANZONI
20,00 TRIBUNA DELLE VOCI
Discussioni di varia attualità
20,45 CORI DELLA MONTAGNA
21,00 VIVA L'OLIMPO !
Le previsioni del mago Tirèsia
Fanta-rivistina mitologico-rievocativa d'attualità
di Giancarlo Ravazzin
Regia di Battista Klainguti
21,30 BALLABILI
22,00 INFORMAZIONI
22,05 QUESTA NOSTRA TERRA
22,35 GALLERIA DEL JAZZ
a cura di Franco Ambrosetti
23,00 NOTIZIARIO - CRONACHE - ATTUALITA'
23,25 - 24,00 NOTTURNO MUSICALE

II Programma

19,00 PER I LAVORATORI ITALIANI IN SVIZZERA
19,30 MUSICA LEGGERA
20,00 DIARIO CULTURALE
20,15 L'AUDIZIONE
Nuove registrazioni di musica da camera
Brani di Witsenberg, Oevering e Malipiero
20,45 RAPPORTI '72
Letteratura
21,15 I CONCERTI BRANDEBURGHESI DI JOHANN SEBASTIAN BACH
N. 5 in RE BWV 1050
21,45 - 22,30 RASSEGNA DISCOGRAFICA
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Salute a tutti ! L'inverno si sta facendo sentire crudelmente, violentemente, come accade solo ad ogni morte di Papa. Cosa c'è di meglio, quindi, dell'ideale calore suscitato dai ricordi (o, per chi non c'era ancora, dalle continue scoperte suscitate dal nostro come eravamo telespettatori o radioascoltatori) ? Allora azioniamo una volta di più la macchina del tempo on line e torniamo, per l'ultima volta, al 25 gennaio 1972 - giornata fredda e nevosa, ma non in modo anomalo come le odierne - , con una carrellata delle trasmissioni musicali radiofoniche di quella sera (di una in particolare, con l'aiuto di un ospite che scopriremo fra breve).

Per cominciare, varchiamo per un attimo il Confine di Stato e scopriamo, tra gli intermezzi musicali della prima rete di Radio Monteceneri (ossia l'emittente elvetica nazionale del Canton Ticino), un breve incontro con il trombettista statunitense Al Hirt (He's the King è l'appellativo che lo contraddistingue), solista di fama internazionale e poliedrico esecutore dall'indiscussa tecnica, da lui sciorinata in pezzi di bravura come questo Green Hornet, arrangiamento in chiave moderna de Il volo del calabrone di Nikolaj Rimskij - Korsakoff:



Torniamo ora alla programmazione RAI: il Nazionale da tempo dedica venti minuti settimanali (anche per favorire la diffusione del Gazzettini serali messi in onda dalle sedi regionali di Trento, Bolzano, Trieste, Palermo e Cagliari) al repertorio classico napoletano (la rubrica s'intitola Questa Napoli, una testata che diventa popolarissima). Tra i brani in programma quella sera viene diffusa questa composizione risalente a metà Ottocento, struggente, bellissima e soprattutto ovunque nota (se ne ricorda una versione eseguita da Joan Baez nei propri recitals): Lu cardillo, nella versione di uno dei grandi storici (dopo Roberto Murolo e prima di Fausto Cigliano, naturalmente in ordine di tempo: quanto al valore, tutti e tre meritano l'ex - aequo) della canzone partenopea: Guglielmo Chianese, in arte Sergio Bruni.



Alle 21 in punto scatta l'ultimo grande appuntamento con la musica per i giovani, introdotto da questa inconfondibile sigla:



Partito nell'estate precedente, in occasione dei mesi invernali
Supersonic modifica leggeremente il titolo (che infatti diventa Mach Due - I dischi di Supersonic, variante che sarà limitata solo a quel primo trimestre del 1972: negli inverni seguenti non verranno apportate trasformazioni di sorta), ma non certo la formula. Agli ordini di Tullio Grazzini, gli annunciatori Paolo Testa, Piero Bernacchi e Antonio De Robertis (cui si aggiungerà fra poco Paolo Francisci, che terminerà la collaborazione con la Radio della Svizzera Italiana; inoltre rientrerà successivamente Gigi Marziali) si trasformano in veri animatori, inaugurando la formula delle dediche (inviate dagli ascoltatori direttamente in redazione, al numero 10 di via Asiago in Roma) e presentando in modo molto più informale del consueto le canzoni scelte, per l'appunto, dal succitato Grazzini, spigolando tra le tante novità discografiche in circolazione, non senza qualche breve tuffo nel passato, specie se si tratta di artisti e/o di generi ancora molto richiesti.
Come i nostri fedelissimi di vecchia data sanno, dal settembre del 2010 Facebook ospita una pagina, il Supersonic Fan Club, che si prefigge (e con successo, dobbiamo dire) di perpetuare il ricordo di questa storica e dinamica trasmissione, che ebbe sicuramente il merito (assieme alla già ricordata Per voi giovani ) di rivoluzionare definitivamente le offerte radiofoniche di musica leggera, allargando di molto gli orizzonti (cogliendo quindi anche ciò che di nuovo e di buono caratterizzò le nuove tendenze del pop - rock). Ideatore e animatore di tale tributo è l'esperto napoletano di musica anni '70 Max D'Agata, che voi del Focolare già conoscete e che per l'occasione ritorna, aiutandoci ad illustrare, con adeguate presentazioni, la nostra retrospettiva. Anzi, linea subito a lui per l'introduzione al primo brano in programma quella sera:

- Già negli anni '70 i SANTANA mescolavano vari generi quali salsa, rock classico, blues e fusion. CARLOS SANTANA(uno dei migliori chitarristi rock viventi) usava, e lo fa tuttora, in modo estensivo i suoi assoli di chitarra e si avvaleva anche di strumenti tradizionali del suo paese.
- Ascoltiamo quindi Hope you're feeling better, dall'album Abraxas:



- Il dirigibile del rock anglosassone continua a volare alto, pur se è ancora vivo il ricordo dei disordini dell'estate precedente a Milano, in occasione di una partecipazione alla tappa del Cantagiro - Cantamondo. Si mantengono costanti le vendite di Led Zeppelin IV, ricordato dai più certamente per Stairway to heaven, ma contenente anche altri interessanti pezzi, proprio come questo Rock and roll:



- I MIDDLE OF THE ROAD, gruppo scozzese di nascita ma romano di adozione (uno dei tanti gruppi alla ricerca del successo in Italia sull'onda della "British invasion") nascono alla fine degli anni'60. La particolarità è che le loro canzoni sono italianissime: prodotte da GIACOMO TOSTI, le musiche sono firmate dai fratelli MARIO E GIOSY CAPUANO ed i testi sono di LALLY STOTT (altro cantautore inglese famosissimo all'epoca e "adottato" dal nostro Paese). Questo è uno dei loro tanti successi: TRY A LITTLE UNDERSTANDING.



- Dal cilindro di Mogol e Battisti, titolari della Numero Uno, esce un nuovo personaggio, un pugliese alto e aggressivo, "una roccia dal cuore caldo" (come lo definirà, anni dopo, il titolo di una raccolta di suoi successi). Il suo nome è Adriano Pappalardo e, in attesa di esplodere l'estate seguente con E' ancora giorno di Lucio Battisti, si fa le ossa con Una donna di Mario Lavezzi:



- WILLIAM GARRISON "BILL" WITHERS, nato a Los Angeles il 4 luglio 1938,(sì, proprio lo stesso giorno in cui, 33 anni dopo, sarebbe andata in onda la prima puntata di SUPERSONIC) è un cantautore e musicista statunitense attivo sulla scena musicale dal 1970 al 1985. Il 25 gennaio 1972 MACH DUE ci propone il suo più recente successo: HARLEM.



- Presenza costante di Supersonic (e quindi anche del suo derivato Mach due) è Mina, la quale, reduce dalla recente maternità, ha appena ripreso a lavorare a pieno ritmo, sia alla radio (con il nuovo programma Andata e ritorno, che la vede al microfono il mercoledì e il venerdì sera) che in TV, contattata dal suo regista di sempre, Antonello Falqui, per una nuova edizione di Teatro 10 a fianco di Alberto Lupo. Per intanto la si ascolta nel disco uscito prima dell'ingresso nella Clinica Mangiagalli di Milano per dare alla luce Benedetta, Uomo:



- I TEN YEARS AFTER, gruppo appartenente alla stagione d'oro del rock- blues inglese, sono stati in attività tra il 1965 ed il 1973, anno in cui ALVIN LEE, chitarrista e leader del gruppo, ha abbandonato la band per intraprendere progetti solistici. Questa è UNCLE JAM:



- Dopo un periodo in cui, come Piero Litaliano, si era fatto conoscere tra gli addetti ai lavori della canzone d'autore, del livornese Piero Ciampi si erano perse le tracce. Nel '70 è sorprendentemente rispuntato, sempre come "poeta maledetto" e suonatore autodidatta, aiutato nelle partiture da Pino Pavone e Gianni Marchetti e pronto a catturare di nuovo i più attenti ascoltatori. Nel 1971 Ciampi ha partecipato senza fortuna alle eliminatorie del Disco per l'Estate con uno dei suoi migliori brani, L'amore è tutto qui:



Da IMAGINE (6° 33 giri "solo" di JOHN LENNON, il 2° dopo lo scioglimento dei BEATLES),questo è il pezzo che chiude il disco, ovviamente dedicato a colei che è stata la causa principale della fine dei FAB FOUR, ovvero la famigerata Yoko Ono: OH YOKO.



- Un trio inglese, purtroppo presto dimenticato: i Freedom in un'interessante ballad intitolata Thanks.



- Gli OSAGE sono un gruppo di rock progressivo formato nel 1971 e fondato da FRANCO BATTIATO, cantante della band, che a quei tempi si dedicava alla musica sperimentale. Il pezzo che ascolteremo tra pochissimo era la sigla di apertura dell'edizione 1971- '72 (l'ultima) di CHISSA' CHI LO SA, il fortunato quiz televisivo per ragazzi condotto da FEBO CONTI: gli OSAGE con UN FALCO NEL CIELO.



- Paul Bradley Couling, gallese, più noto come Mal, tenta (da Roma) di conquistare il mercato britannico con alcuni brani in madrelingua. Non riuscirà nell'intento, ma in compenso arriverà a piazzarsi bene nelle classifiche tedesche con questo Mighty mighty Roly poly:



- Un grande cantautore italiano, BRUNO LAUZI, qui in veste di interprete di un grande successo firmato dalla PREMIATA DITTA MOGOL-BATTISTI: L'AQUILA.



- Una profonda metamorfosi per colei che solo sette - otto anni prima era Mimì Bertè, reginetta dello yè-yè: ora la ventiquattrenne Domenica ha assunto il nome d'arte di Mia Martini e da poco ha pubblicato un 33 giri dal titolo Oltre la collina, disco pieno di canzoni impegnate e sofferte. Talune sono originali; altre sono versioni di pezzi già noti, quasi tutti tradotti per l'occasione, sicchè I believe in love, dal film Taking off, diventa Ossessioni.



- Un cantante inglese i cui pezzi, spesso e volentieri, passavano a SUPERSONIC che li trasformava in successi: ENGELBERT HUMPERDINCK con THERE'S AN ISLAND.



- Due voci black, quelle di Mac e Katie Kissoon, con un gioiellino dal titolo I've found my freedom:



- Non può mancare il mito della musica italiana non solo di quel periodo, ma anche di tutti i tempi: il grandissimo LUCIO BATTISTI con un suo classico, BALLA LINDA:



- Wilson Pickett, scomparso qualche anno fa, è ricordato dai più non solo come partner sanremese di nostri validissimi interpreti come il succitato Lucio Battisti o Fausto Leali, ma anche come un personaggio di primissima scelta del grande R & B proveniente dalle sale d'incisione della Atlantic. Eccolo in I found a true love:



- Atmosfere più melodiche e romantiche con un giovane cantautore che nell'estate del 1972, proprio grazie a SUPERSONIC, troverà il successo definitivo con ALONE AGAIN. GILBERT O'SULLIVAN in WE WILL...
- ...che I Profeti, dopo aver tradotto un altro brano dell'artista irlandese, Nothing rhymed, in Era bella, italianizzeranno con il titolo Prima notte senza lei:



- Poteva mancare l'angolino del pop progressivo made in Italy, così in voga in quel periodo ? Certamente no: per giunta è di scena un gruppo cresciuto all'interno della IT di Enzo Micocci, ma purtroppo mai divenuto celebre. Si tratta de Le Impressioni, che eseguono E' la fine della vita:



- Ancora musica italiana con un gruppo che sicuramente avrebbe meritato di piu':sono i FLASHMEN con MA COSA FAI.
- Brano ancor oggi, a 40 anni di distanza, di grande attualità, non foss'altro che per il testo dichiaratamente antirazzista:



- Varchiamo nuovamente le Alpi e ci spingiamo oltre la Manica per ascoltare un altro gruppo da one shot: i Fuzzy Duck, esecutori di Time will be your doctor:



- Torniamo in Italia con una grande cantante, PATTY PRAVO, che vediamo in un video tratto da CANZONISSIMA 1971 con il suo ultimo successo: PREGHIERA.



- Una produzione interamente italiana per un clamoroso ritorno, quello di Ghigo Agosti, rocker gay che scandalizzò non poco i benpensanti nel 1959 con Coccinella, canzone dedicata al famoso transessuale francese. Nel 1967, con il nome di Mister Anima, Ghigo aveva inciso Non voglio pietà, ripresentato ora in inglese come Hot rock, con il nome d'arte di Black Sunday Flowers e la produzione di Franco Battiato:



- Andiamo avanti con i MEGATON, altro gruppo purtroppo non molto conosciuto anche se molto valido: questo è il loro successo Supersonico di inizio 1972, WANNA BE A HERO.



- La puntata di Mach due" del 25 gennaio 1972 si conclude con un altro gruppo tra i più noti e dinamici dell'hard rock inglese del periodo, dal nome preso a prestito da un personaggio negativo del David Copperfield di Dickens: sono in scena gli Uriah Heep con I wanna be free.



Benissimo: ringraziamo Max D'Agata, compagno di avventure supersonico - nostalgiche, e concludiamo il nostro post, articolato in tre parti per (soprattutto) vostra comodità, in modo, oseremmo dire, quasi solenne. L'occasione ci viene data dalla trasmissione mandata in onda dal Secondo Programma della Radio Svizzera Italiana, alias Montecèneri, che diffonde, nell'ambito di un ciclo che presenta tutti e sei i fondamentali Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach, forse il capolavoro assoluto del compositore di Eisenach vissuto tra fine '600 e la prima metà del '700, il quinto della serie.
Da dire che in origine Bach aveva classificato la raccolta (catalogata poi, nel Bach Werk Verzeichnis, progressivamente dal numero 1046 al numero 1051) con un semplice titolo in francese, Concerts avec plusieurs instruments: l'appellativo di Brandeburghesi fu postumo, per merito di Philipp Spitta, musicologo ottocentesco originario della Bassa Sassonia, che ebbe modo di studiare a fondo l'uomo e il musicista Bach e per l'occasione si rifece alla dedica di quest'ultimo a Christian Ludwig, Margravio di Brandeburgo e Suo ammiratore, formulata nella bella copia dello spartito presentata al Nobile prussiano il 24 marzo 1721.
Il Concerto numero 5 è in realtà il sesto e ultimo composto in ordine cronologico ed è l'apoteosi del clavicembalo, strumento che praticamente domina, assieme al flauto traverso, tutte le parti solistiche dei tre tempi, i quali sono un lungo ed elaborato Allegro, un intimo Affettuoso e un nuovo Allegro conclusivo.
La musicologa Maria Luisa Merlo spiega il senso e il successo dei Brandeburghesi in questo modo: "La magnificenza strumentale dei ''Concerti Brandeburghesi'' trova una spiegazione, oltre che nello specifico musicale, anche nelle condizioni sociali e spirituali in cui furono creati. Il Barocco fu un periodo estremamente fecondo sia dal punto di vista religioso sia dal punto di vista politico; anzi, possiamo affermare che le due forze - potere religioso e potere temporale - si assestarono su posizioni sostanzialmente paritarie, in quanto la Controriforma cattolica coincise con il trionfo dell'assolutismo e il consolidarsi degli Stati nazionali. Questo significò aumento di potere e di ricchezze sia per le istituzioni religiose sia per quelle politiche, ed entrambe utilizzarono le arti come elementi rappresentativi del potere; l'ostentazione di splendore divenne così una delle funzioni principali della musica nelle corti barocche. per questo motivo si diffuse il gusto della sfarzosità in musica e gli aristocratici divennero produttori e al tempo stesso destinatari delle composizioni musicali. La musica da camera e quella sacra diventarono istituzioni di corte e i musicisti costituirono un seguito indispensabile durante i consueti spostamenti delle corti. (...) I musicisti, in quanto membri di una corte, ne seguivano le sorti e potevano così cadere in disgrazia o godere di grandi privilegi a seconda delle vicissitudini politiche. Spesso le loro condizioni economiche erano così precarie che, nei periodi di crisi, erano i primi a farne le spese: i compensi venivano dimezzati, se non addirittura soppressi, come durante la Guerra dei Trent'Anni, che segnò un momento disperato per i musicisti tedeschi. Certamente, il grande prestigio sociale che derivava da un impiego a corte sopperiva in parte alla mancanza di un salario sicuro".
(dalla brochure di un'edizione discografica pubblicata nella collana I Maestri della Musica, Istituto Geografico De Agostini, 1989)

Dopo questa lunga e doverosa premessa, godiamoci insieme e per intero il Concerto Brandeburghese numero 5 in RE, BWV 1050, di Johann Sebastian Bach, nell'esecuzione dell'Orchestra da Camera della Radio della Saar diretta da Karl Ristenpart:



Così, sulle note di Bach, ha termine questa panoramica (la più possibile approfondita) sui programmi radiofonici del 25 gennaio 1972. Ora ricominciano le ricerche di archivio, fatte soprattutto di filmati presenti su YouTube, per dar vita al nuovo argomento di cui ci occuperemo. Vi possiamo solo dire che rivisiteremo un certo palinsesto di un certo febbraio più o meno lontano... il resto lo saprete non appena avremo completato e licenziato il tutto.

Grazie mille per l'attenzione e arrivederci presto ! ! !

Un caro e affettuoso saluto da

CBNeas

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